Era tutta un’illusione, quella del sindaco Ghinelli che aveva buttato acqua sul fuoco sulla polemica istituzionale tra gruppi consiliari che lo sostengono e la Prefettura sugli immigrati.
E’ passata una settimana ed è proprio il sindaco a scavalcare i compiti della Prefettura, il solo ente che rappresentando il governo, può decidere quanti e dove ospitare i rifugiati. “Basta – ha detto Ghinelli- con gli immigrati, Arezzo il suo l’ha già dato”.
E fin qui, competenze a parte, non fa altro che interpretare i sentimenti di tanti cittadini.
Il bello viene quando afferma che presenterà in giunta una proposta per chiedere alle associazioni del terzo settore che gestiscono l’immigrazione di portare a conoscenza del Comune tutti i modi della loro accoglienza e l’ammontare dei costi correlati, specificando quanto viene speso per l’accoglienza e quanto invece per la struttura.
Anche la Fraternita dei Laici, l’istituzione più antica di Arezzo, da dieci anni Asp, associazione pubblica per i servizi, che riceve gli indirizzi dal Comune, retta da un Magistrato e dal primo rettore Pier Luigi Rossi, tutti nominati dal sindaco fedelissimi di Ghinelli, ha case di accoglienza per i rifugiati in provincia.
E di rifugiati sta per riceverne un altro centinaio.
E per ogni rifugiato incasserà la stessa quota che incassano le associazioni del terzo settore.
Ma neppure della Fraternita il sindaco sa quanti rifugiati ospita e quanto incassa e spende per ospitarli?
Una cosa è certa: che, appena il sindaco ha minacciato di chiudere le porte ai migranti, il primo rettore della Fraternita si è affrettato ad annunciare che rivedrà “la disponibilità della accoglienza fin qui fornita”.
Come fuggono i secoli!
Nata per accogliere bisognosi con le offerte dei cittadini, ora si mette sull’attenti di fronte al sindaco che vuol conoscere i conti e, se questi non tornano, rivedrà la disponibilità della accoglienza fin qui fornita.
Per fortuna ormai non può più rivedere quella fornita nel 1213, l’anno di nascita della Fraternita.