Recentemente le associazioni di categoria dei negozianti hanno tuonato contro tutto e tutti: internet e gli store online, Amazon, i siti cinesi, nonché la possibilità di nuove aperture di outlet (sarebbe localizzato in zona Carbonaia), le abitudini delle persone che (ORRORE !!!) invece di comprare al negozio sotto casa vanno nei supermercati o nei megastore.
Lamentano che la gente vada nei negozi a provarsi scarpe e vestiti, o guardare il nuovo modello di telefono e tv, per poi andare a casa e ordinarlo online.
Peccato che il futuro (e il presente) sia questo e non più la bottega di quartiere con i sacchi di riso fuori dalle vetrine.
Non ricordano forse che fino a qualche decennio fa erano gli stessi che facevano il bello e il cattivo tempo, mettendo le merci al prezzo che volevano loro, spesso molto alto, lavorando e GUADAGNANDO in regime di monopolio.
Alcuni di essi si compravano un appartamento all’anno, magari evadendo le tasse, oppure lucrando su esclusive di alcune merci.
Per fortuna oggi un consumatore può acquistare quello che vuole in modi diversi, risparmiando anche la metà o più sullo stesso articolo venduto dal piccolo negozietto.
Senza retorica o giudizio, non si può fermare il futuro con questi proclami da Savonarola, le persone sono libere (per fortuna) di decidere dove, come e quando comprare qualcosa.
Se il piccolo negozio oggi è quasi anacronistico e poco frequentato, è perché il mondo è cambiato, dalle locomotive a vapore siamo all’astronave che va su Marte.
Quindi queste invettive protezionistiche e lobbistiche suonano sgradevoli, perché, alla fine, è chi apre il portafoglio che decide dove destinare il suo denaro.