La Fiera del Mestolo e l’uccello parlante

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“Cenerino allevato a mano. Garantito parlante” recitava un cartello appeso ad una delle tante gabbie presenti al banco che vende animali. Quel pappagallo non solo era allevato a mano (!?) ma, addirittura, era in grado di parlare… GA-RAN-TI-TO! Incredibile!
E così, sono rimasto in contemplazione di quella gabbia nell’attesa di un suono, un segnale, un rumore che potesse assimilarsi ad una frase, una parola, anche semplice, un monosillabo, una preposizione, una congiunzione, una copula… ma niente.
Io guardavo lui, il cenerino evoluto, e lui guardava me, l’essere umano primitivo, entrambi in attesa che uno dei due rompesse per primo il ghiaccio ma… niente… silenzio.
Cenerino, perché mi guardi e non favelli?! Cenerino, parla! Cenerino, favella! Ancora niente. Mutismo assoluto. Comunque, ne ero certo, quel pappagallo parlava, di sicuro. E poi, ragazzi, c’era scritto: GARANTITO! E chi sono io per mettere in dubbio una simile garanzia?

Allora, ho iniziato a chiedere in giro, ai proprietari dei banchi vicini, ai passanti, insomma, a chiunque mi capitasse a tiro. Nessuno, nemmeno uno, lo aveva mai sentito parlare ma, quasi tutti conoscevano qualcuno che gli aveva assicurato di averlo sentito parlare.
Lo sapevo! Il cenerino parlava! Garantito!

Fin qui, perciò, era tutto chiaro. Ma, su cosa effettivamente dicesse, sui contenuti dei suoi discorsi, c’erano versioni piuttosto divergenti.

Cosa diceva il cenerino? Questo è un estratto significativo delle testimonianze raccolte.

Il cenerino:

  • sapeva pronunciare il suo nome: Camillo
  • quando sentiva suonare il campanello diceva “Chi è?”
  • quando suonava il telefono diceva “Pronto!”
  • apprezzava in egual misura il latte alla portogese e il baldino, intervallando ogni boccone con la frase “Bono, parecchio bono!”
  • sapeva a memoria la formazione dell’Inghilterra campione del mondo del ‘66
  • cantava la Marsigliese battendo il tempo con la zampa
  • dell’inno di Mameli, sapeva tutte e cinque le strofe ma si rifiutava di fare “poropò poropò poropò popopopò” (anche i cenerini hanno una dignità)
  • conosceva i testi di tutti i brani dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles
  • ripeteva fedelmente, anche nell’intonazione, tutte le battute di Jerry Calà del film Sapore di mare del 1983
  • mandava a memoria tutti e sette i discorsi di fine anno di Carlo Azelio Ciampi quando era Presidente della Repubblica
  • se gli fornivi Nome, Cognome, Data e Comune di Nascita, ti calcolava al volo il Codice Fiscale
  • rideva a sproposito e ruttava a comando

Mi sono ritrovato a pensare che sarebbe stato bello avere un pappagallo cenerino con il quale, ogni tanto, confrontarmi o semplicemente scambiare quattro chiacchiere. Poi questo pensiero si è confuso con un forte odore di salsiccia e di porchetta del Monte e… “io, quasi quasi, vado a farmi un panino… se quel pappagallo vuole dirmi qualcosa, mi chiamerà lui. Tanto, parlare, sa parlare… GARANTITO!”.

 

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