Shengen funziona anche al consiglio comunale di Arezzo

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 Sarà insignito ad Arezzo con il Trolley di bronzo  l’anagraficamente imberbe consigliere comunale Domenico Chizoniti, il ventenne politicamente  messo al mondo da Adriano Tilgher con un bagaglio di idee antiglobaliste e anticapitaliste ma nell’imminenza delle elezioni amministrative 2015 circolato liberamente, come se esistesse Schengen anche alle frontiere tra un partito e l’altro, dall’ultradestra del Fronte Nazionale a Lega Nord Toscana, convintamente candidandosi a Palazzo Cavallo nella lista del Carroccio.

Una volta entrato nella massime assise cittadina, grazie ad un gommone di preferenze, e acquartieratosi nel Carroccio, il nostro giovane politiconauta si dà giusto il tempo di disfare il trolley, tre o quattro mesi,    poi lo ripudia,  sdegnato dai salviniani, “Lascio a loro – proclamò da veterano – questa politica secessionista, che inganna gli elettori”. Rimesso in saccoccia l’obiettivo di “perseguire la mia coerenza con coloro che mi hanno dato la preferenza” rientra nel Fronte Nazionale, che lo riabbraccia, e  si colloca nel Centro di Accoglienza chiamato Gruppo Misto, in compagnia con uno dei suoi tanto detestati padani.

Ma grazie all’apertura delle frontiere tra un partito e l’altro, evidentemente funzionante come convenzione del malcostume parlamentare anche in un piccolo Consiglio Comunale qual è l’Assemblea comunale di Arezzo, da oggi il nostro migrante da un gruppo consiliare ad un altro, da oggi ottiene l’agognato permesso di soggiorno in Fratelli d’Italia e ridisfa il trolley contenente “ un contributo più efficace all’attività amministrativa e ai lavori consiliari”. Contributo finora limitatosi, a dire il vero,  a qualche orma del suo passaggio da un banco all’altro.

Finalmente ad accoglierlo ha trovato un focolare domestico. Una famiglia autentica, rappresentata, al dì là della metafora, dalla capogruppo del partito della Meloni al Consiglio Comunale di Arezzo e dal coordinatore comunale di FdI. Marito e moglie nella vita, appunto. Ora hanno un figlio da crescere. Noi un’altra Schengen da abolire.

 

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