La quinta ora del venerdì, durante la quale da ormai un mese ho la rara fortuna (“Ma io perché venirvi? o chi ‘l concede?”) di leggere ad alta voce Dante tentando perdipiù vanamente e malamente di ricondurlo a una spiegazione scolastica da decenni sempre uguale a uso e consumo di una Terza che, ormai priva di ossigeno e tetragona all’ammutinamento, mi segue o sembra seguirmi con occhi di pesce e bava alla bocca, è uno di quei misteri che mi porterò colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandate, anche se questo vi sembra uno status dannatamente retorico ed egoriferito in pieno stile facebookiano grazie.

La quinta ora del venerdì
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