S’erano tanto amati, per un anno e forse più, poi si erano lasciati…come pioveva…anzi come quando un diluvio allagò l’Anagrafe comunale grandinando dichiarazioni di residenza sottoscritte da una moltitudine di migranti richiedenti asilo.
In quanti vanno in tv a parlare delle spine che hanno nel cuore? C’è andato ieri sera anche il primo cittadino di Castiglion Fiorentino e c’è andato giù duro con la fascia tricolore a tracolla e il petto in fuori gonfio di angoscia civica.
“Cara, hai rotto il c…”,sta andando a pezzi il legame del sindaco Mario Agnelli con un amore nato da un anno nella sua amministrazione comunale in nome dell’inclusione sociale e dell’integrazione del richiedente asilo assistito nel centro d’accoglienza.
Il connubio era cominciato benissimo nel segno di un palpitante buonismo e la passionale relazione fra il dissestato Comune della Valdichiana e il sistema di protezione del profugo si era concretizzato in un fidanzamento convinto con il lavoro utile socialmente dato non al disoccupato ma al migrante.
La destra amica di Agnelli ma non del profugo si mangiò il fegato ma fece l’indiana, non proferì neanche una critica al suo beniamino. Fece finta di niente e continuò a prendersela genericamente contro l’invasione dei migranti. Il PD amico del migrante ma non di Agnelli rimase gradevolmente di stucco e non gli fece neanche un complimento, in funzione del fatto che Agnelli è il sindaco avversario incaricato di rimettere in sesto il Comune dissestato proprio dal PD.
Ma questo idillio così strano a vedersi tra un sindaco colorato diversamente da Renzi e dalla Boldrini e il mondo dell’accoglienza, fu benedetto dalle alte sfere. E, innanzitutto, il Prefetto ritenne doveroso congratulare la solidarietà messa in campo dal primo cittadino di Castiglion Fiorentino. Era il febbraio scorso e Agnelli colse al volo la visita prefettizia per mettere in risalto agli occhi della massima autorità del governo “il piano messo in atto per l’accoglienza agli immigrati che sta dando buoni frutti sia sul piano dell’accoglienza che dell’integrazione. Questo grazie anche al proficuo ed indispensabile supporto da parte della Prefettura”. Dichiarò il sindaco Mario Agnelli, quel giorno.
“Quando un amore finisce così come è finito da ieri sera l’amore del sindaco Mario Agnelli, non è vero che non c’è una ragione, né un motivo: c’è un nodo.
Quando un amore finisce così come è finito l’amore del sindaco castiglionese con il sistema di protezione dei profughi c’è il nodo che lui stesso è andato a denunciare alle telecamere di Rete 4; cuore di sindaco buonista grande quanto il Cassero ma infranto dinanzi alle nuove linee guida del Ministero degli Interni sul diritto del richiedente asilo ad ottenere la residenza temporanea dopo appena tre mesi di permanenza nel centro di accoglienza. Il C.a.r.a, appunto.
Cara, mi hai rotto il c…”, ecco come Agnelli arrivò a mandare a pezzi il suo legame invogliato per mezzo dei lavori socialmente utili dati non ai disoccupati ma ai migranti e poi alluvionato dalle richieste di residenza tracimate nell’Anagrafe comunale a causa dell’ennesima forzatura del Ministero degli Interni.
Quando un amore finisce così come è finito l’amore di questo sindaco, un po’ Renzi e un po’ Salvini, ad anni alternati, l’assistenza agli immigrati smette di apparire l’opportunità sembrata prima e diventa “il nodo alla gola e il buco allo stomaco” cantato anche da Cocciante.