L’omini che leggono ‘l giornale al barre

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In genere è ‘n pensionato, spesso col cappellino, che se presenta sempre ala solita ora dela mattina, quella de quande chi ha da lavorare vorrebbe dare un’occhiata al volo ai titoli del giornale mentre beve ‘l caffé o mangia una pasta.

Ma l’omino del giornale, che sta in agguato fino a che ‘l giornale nn’è libero, si piazza al tavolino senza consumare niente, inforca l’occhiali (queli col cordino) che tira fori dala custodia e ngomincia a leggere al su’ ritmo. Al su’ ritmo vol dire quello d’uno studente de quarta o quinta elementare.

E legge tutto, dai titoli dela prima pagina fino ala pallacanestro, anche se le regole ‘n l’ha mai sapute.

Intorno a lui c’è un certo numero di clienti-avvoltoi che gli gireno ‘ntorno occhieggiando ‘l giornale da sopra le su’ spalle, ma lui ‘n se crolla; fa finta de niente.

Quand’ha letto ‘gni cosa, che nessuno sa quante ce mette (visto ch’è uno dei pochi, ‘nsieme a qualche collega pensionato che aspetta ‘l su’ turno, ch’ha ‘l tempo de sta’ lli anche più de mezzora…), impacchetta ‘l giornale per benino e fa ‘l verso de dallo a qualcuno che ciha ‘l caffé ‘n mano e che per gentilezza gli dice “no grazie, ho fretta”.

Alora è lì che s’inserisce un’altro omino del giornale che stava da ‘na parte senza fasse notare. E ‘l giro ringomincia.

Sempre senza che l’omini che leggheno ‘l giornale al barre consumino manco un veleno.

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