Qualcosa di estraordinario è successo l’altro giorno al Comune di Arezzo. Tutti i principali osservatori astronomici del sistema d’informazione terrestre hanno catturato l’immagine estraordinaria della stella EstraMacrix finalmente allineata con l’asse di rotazione del pianeta Ghinellesco nella estraordinaria sfera di celestiali rapporti metaniferi.
Nessuno dei principali osservatori astronomici terrestri ha però registrato, sulla estraordinaria scia di EstraMacrix, la estraordinaria riapparizione di un estraordinario fenomeno già consulente del primo centrodestra alla guida del Comune di Arezzo.
E’ comprensibile che tale fenomeno, oggi straordinario, sia passato di mente alla maggioranza degli astrofisici: la scienza esatta ne aveva persa traccia da anni. L’ultima volta, correva l’anno 2001.
Fu però un fenomeno rimasto indelebile nella storia degli eventi astronomici creati dal centrodestra ai tempi dell’assessore comunale Francesco Macrì, attualmente presidente della società Estra.
Tale estraordinario fenomeno deve tanta fama alla estraordinaria ideazione di uno stormo di cornucopie di gabbiani.
Impossibile scordarsi di quei gabbiani in polietilene, centinaia e centinaia di becchi alati installati a mezz’aria nel centro storico dell’Arezzo di quindici anni fa. Gli accademici tuttora li rammentano alle nuove generazioni in età scolare.
Stante i mezzi cognitivi a disposizione della scienza esatta di allora, gli studiosi di cose strabilianti scoprirono all’epoca che lo scopo di quelle cornupie ornitologiche consisteva nella dimostrazione non empirica di due tesi a) Arezzo non è seconda alla lacustre Venezia b) meglio i gabbiani da Guido Monaco fino a Piazza della Libertà di un pisano alla foce dell’Arno.
Era il 2001, ma oggi, nel quadrante in cui EstraMacrix e tale fenomeno ricongiungono le rispettive traiettorie, è scientificamente probabile che la loro rimpatriata sia d’auspicio di altre cose estraordinarie. Forse gli accademici avranno nuovi argomenti per le nuove generazioni in età scolare.