Carlo e Luigi rischiano 4 anni di carcere e anche 30mila euro di multa:almeno finché non sarà approvata la legge che legalizza l’uso della canapa indiana.
Loro provano, intanto, ad aggirare la legge che ne vieta l’uso, insieme a tutti i clienti del bar negozio che stanno per aprire a Roma nel quartiere di San Lorenzo.
Un locale pubblico dove si possono consumare cibi e bevande, tutti a base di canapa indiana: si può mangiare una pasta, un panino, bere una birra, prendere un caffè.
Per trovarlo basterà cercare l’insegna: c’è scritto Canapa Caffè. Per chi non vuol né mangiare né bere, ma farsi solo una canna, c’è una sala per l’inalazione:la therapy room, alla quale si accede solo esibendo la tessera che autorizza la cura di patologie fisiche e mentali con la cannabis indiana.
Cosa che in Italia è legale solo se la cannabis si acquista in farmacia su prescrizione del medico.
Legale sì ma a prezzi alla portata di pochi: per un grammo a uso terapeutico ci vogliono dai venti ai venticinque euro. “Per riuscire a comprarla per tutti abbiamo fatto un gruppo d’ acquisto – dice Carlo – così siamo riusciti ad abbassare un po’ il prezzo”.
Carlo soffre di anoressia nervosa, Luigi di attacchi di panico. “Stiamo meglio – dicono – solo da quando possiamo permetterci di curarci con la cannabis”. Una cura che gli è stata prescritta in Spagna da un medico che ha anche consigliato ai due giovani di coltivarsi la cannabis da soli. Non sapeva che in Italia non si può fare.
Carlo e Luigi, infatti, non lo fanno, ma si curano nel loro negozio, dove la canapa ad uso terapeutico costa poco e dove, anche senza curarsi, si può bere un Canapa Caffè. In attesa che non ci sia più il rischio di pagarlo con quattro anni di carcere e 30 mila euro di multa.