Caro Papà Natale, solo tu sai che anche quest’anno non sono stata cattiva come tutti pensano: E’ vero, ho detto una bugia: ho voluto restare al Governo anche se avevo detto che avrei smesso di fare politica se Matteo avesse perso il referendum.
Ma tu sai che se non ho mantenuto la parola è solo per il bene dell’Italia: che figura avrebbe fatto il nostro Paese se al Governo ci fossero state solo donne come la Finocchiaro che sembra un uomo, come la Sereni con una permanente che sembra un nido d’aquila.
E che è anche bugiarda non solo a parole: lei scrive nel curriculum che è laureata e poi non è neanche detto che sia diplomata.
Mi sono anche sacrificata per il bene di tutte le banche italiane: se uno dei vicepresidenti di BancaEtruria si fosse chiamato solo Boschi senza essere il mio babbo, chi avrebbe parlato in tutta Italia di BancaEtruria come esempio di banca da evitare.
Io credo di essere stata abbastanza buona da poterti chiedere almeno qualche piccolo regalo per il 2017.
Quando Gentiloni farà qualcosa di sbagliato, convinci gli italiani che non sono io, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a dargli il permesso di fare le cose che mi dice di fare Renzi.
Sarà semmai quel Rasputin di Lotti che mi ha caricato sulle spalle l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio per andare a fare il ministro dello sport, e che si telefona con Renzi dieci ore al giorno, a far sbagliare Gentiloni.
L’ultimo regalo che ti chiedo è quello di un altro referendum sulle riforme della Costituzione: questa volta me ne vado solo se vince il sì. E così non dirò più bugie.