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sabato, Aprile 19, 2025
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L’onorevole Donati ritrova la parola e Ghinelli non perde mai la penna

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E poi dicono che si dovrebbe essere più cattivi con i politici aretini, da quelli che gli aretini hanno eletto a Roma fino a quelli che hanno eletto in Comune, senza contare chi si è eletto da sé nelle associazioni di categoria.

Ma, in questi giorni di Natale quando bisogna essere tutti buoni, chi dice che politici & associati sono tutti cattivi, li ha letti i giornali, di carta o del Web, le ha sentite le Tv locali, naviga almeno un minuto al giorno su Facebook?.
Se lo facesse cambierebbe idea: invece che godersi le Feste, i politici & c si stanno tutti sacrificando per il bene di BancaEtruria e dei suoi 12mila obbligazionisti.

E’ vero che nessuno è senza peccato, è vero che nessuno di loro ha aperto bocca in un anno e un mese, da quando Bankitalia, Renzi e Padoan con il “decreto salvabanche”, misero una pietra sopra la banca degli aretini, ma è anche vero che ora non c’è politico & associato, che non si infili nel corteo dei 12mila obbligazionisti che protestavano anche prima che Padoan trattasse tutto in altro modo i 40mila del Monte dei Paschi.

Tutti in fila, i politici $ c, con bandiere di ogni partito, con la penna che il sindaco Ghinelli tira fuori dal taschino ogni volta per scrivere a Mattarella, perché tutti sappiano dai giornali, di carta o del Web, in tv e su Facebook che loro stanno lavorando anche per Natale, fanno il diavolo a quattro perché i 12mila obbligazionisti abbiano quello che gli è stato tolto dalle tasche dal “decreto salvabanche”.

Perfino l’onorevole Donati ha ritrovato la parola.
Se non parlava era perchè intanto stava lavorando per BancaEtruria. “Ci dispiace- ha detto insieme alla senatrice Mattesini_in una nota online – di non aver potuto raccontare a Ghinelli quanto abbiamo fatto in queste settimane. L’iniziativa di Ghinelli di scrivere a Mattarella è lodevole, ma poco impegnativa e fuori tempo massimo”.

Nella corsa ad infilarsi nel corteo degli obbligazionisti, a dire il vero, se si escludono Matteo Salvini e i suoi amici aretini, arrivano fuori tempo massimo tutti i politici & co.
Alla partenza della nuova tappa, ci vorrebbe una sanatoria per continuare il Giro.
E poi non c’è solo il rischio di arrivare fuori tempo massimo, c’è anche quello di false partenze.
Proprio come quella dell’onorevole Donati che un anno e un mese fa partì di scatto per arrivare per primo a salutare trionfalmente il “decreto salvabanche” che Renzi e Padoan avevano firmato cinque minuti prima. “Il Consiglio dei ministri – annunciò la penultima domenica di novembre del 2015 – ha deliberato questo pomeriggio una serie di misure che consentono di trovare una soluzione alla vicenda di BancaEtruria. E’ un segnale positivo per il territorio”.

Il presidente quel consiglio dei ministri era Renzi: se oggi non lo è più non sarà mica anche per quella serie di misure che prese su BancaEtruria, quella sciagurata domenica di novembre?

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Campano a martello
Campano a martello
Niente paura: il campano di Palazzo Cavallo ha suonato a martello una volta sola, e per sbaglio. Successe il 16 luglio 1944 quando per festeggiare la liberazione di Arezzo, chi salì sulla torre, era troppo felice per pensare ai significati dei rintocchi. Bastava che il campano tornasse a suonare. Anche ora il campano vuol suonare come quel giorno di festa: agli aretini di allora bastò che suonasse, non importa se a martello, per sentirsi finalmente liberi. Perché non dovrebbe bastare anche agli aretini di oggi che suoni a martello anche per sbaglio, purchè risvegli la città dal sonno e festeggi una nuova conquista di libertà?
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