Arezzo Fiere: il centro affari… disastrosi!

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La vicenda che vede l’affitto (sic) delle due fiere dell’oro aretine, all’asse fieristico Vicenza-Rimini, ha del grottesco.
Non solo per il Presidente dell’ Ente Fiera Andrea Boldi che sembra un monaco del Nome della Rosa, ma per le tante similitudini con il caso Banca Etruria: due su tutte, la governance e il possibile epilogo.

Al timone del centro affari, ci sono più o meno i sodali di quelli che hanno mandato a rotoli la banca aretina.
Una mega struttura costata decine e decine di milioni, ridotta ad ospitare il mercatino delle pulci, si avete letto bene e una roba tra i giochi per bambini e per i grandi, tale Aprito.

Il cervello vedi, andrebbe aprito… salvo un’altra fiera sugli agriturismi , vuoto pneumatico, condito da qualche piccola kermesse di nicchia.
E non solo non porta niente di turistico,non solo sono stati e continuano ad essere spesi milioni di euro pubblici, ma non paga neanche l’ IMU come invece fanno i comuni mortali.
Perla delle perle, lo splendido auditorium, dove gli unici che cantano sono quelli delle pulizie.

L’ operazione è stata per ora fermata dal governatore Enrico Rossi e dal sindaco Alessandro Ghinelli, apparsi come giganti in uno scenario di lillipuziani. Non sappiamo come andrà a finire. La partita non è tra provinciali e lungimiranti, come enfatizzato dal monaco Andrea Boldi. Anche perché il possibile epilogo è quello della fu BancaEtruria. Prima si distrugge il gioiello, poi lo si svende e se ne va da Arezzo, lasciando morti e feriti.

Forse un piano B ci potrebbe essere, ma non sta ad una testata satirica proporlo.
Sta a coloro che rappresentano i cittadini, tutti.
Perché il patrimonio è pubblico, anche se comandano i privati.
Al massimo, l’ORTICA, può dare una testata al Boldi, ma sarebbe una magra consolazione…

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