Ma se Bankitalia doveva vigilare sui conti di BancaEtruria quando in via Calamandrei c’erano Fornasari, Bronchi, Rosi e Boschi, chi avrebbe dovuto vigilare sui suoi commissari e sui suoi amministratori delegati mandati ad Arezzo, ma anche a BancaMarche e a Carichieti prima per risanare le tre banche in crisi, e poi per venderle a Ubi Banca per un euro?
Questo non se lo chiede, forse per carità di patria, il Sole 24 Ore, che però ha reso note le imprese di raffinata tecnica bancaria che hanno messo a segno i commissari da quando hanno messo piede ai piani alti delle tre banche.
Forse nell’euforia di essere finalmente riusciti a vendere tre banche per un euro, tutti hanno trascurato i dettagli delle imprese messe a segno dagli inviati di Bankitalia.
Incredibile la performance, da premi Nobel della finanza, che ad Ancona in quattro anni hanno fatto perdere a BancaMarche quattro miliardi di raccolta diretta da clientela, il 26,4 per cento di quello che avevano trovato.
Ma l’impresa storica è quella dei commissari prima e dell’ad e del presidente dopo, tutti inviati ad Arezzo da Bankitalia, che in tre anni, uno in meno che ad Ancona, sono riusciti a perdere a BancaEtruria il 41 per cento della raccolta da clientela e a dimezzarne gli impieghi.
E se ci fossero rimasti ancora un po’ che sarebbe successo?
Non diciamolo a Ubi Banca, se no si pente di non aver aspettato ancora un po’ prima di spendere un euro.