Ma l’onorevole Donati per chi votò? Per Matteo Bracciali o per Il sindaco Ghinelli?

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Quello che succede nel segreto dell’urna, nessuno può saperlo.
Certo se dentro l’urna ci mette la scheda Ghinelli, è facile che la croce sia sopra Ghinelli e Oraghinelli.
E se nell’urna la scheda ce la mette Matteo Bracciali è pure facile che la croce sia sul suo nome e sul Pd che lo candida a sindaco.

Ma se nell’urna la scheda ce la mette un senatore o deputato, che ormai il suo posto nel Pd ce l’ha già a Roma, chi ci dice che la croce la metta sul candidato a sindaco del Pd?
E chi ci dice che non sia stato proprio il voto suo e della sua corte a far vincere Ghinelli? Pd suicida?

Mica sarebbe una sorpresa: da quando Renzi è segretario, in tutte le segreterie del Pd tirano più correnti d’aria che dentro la vecchia Dc.
Solo che mai si è sentito dire che un democristiano, di quelli che nella tessera avevano lo scudocrociato, non trovava niente da ridire su una giunta socialcomunista dopo un anno di governo.

E invece l’onorevole Donati, renziano della prima ora come quasi tutti i consiglieri comunali del Pd, intervistato da Arezzo Notizie, afferma che, dopo un anno e mezzo, è troppo presto per giudicare l’operato di Ghinelli, e della sua giunta.

Ora le cose sono tre: o l’onorevole, che passa quattro giorni su sette a Roma, si tiene poco informato su quello che succede in città e nel suo partito che non è ancora la nuova Dc, o bisogna risalire al segreto dell’urna, oppure, dopo il disastro del referendum, Renzi ha dato l’ordine a quel che resta del giglio magico di tenersi buoni i sindaci amici di Berlusconi. Possono sempre far comodo per non far vincere i grillini alle prossime elezioni.

Per ora sarebbe curioso sapere che ne pensano i consiglieri eletti nel Pd, Matteo Bracciali compreso: è ancora troppo presto per giudicare l’operato del centrodestra di Ghinelli?

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