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martedì, Aprile 29, 2025
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Cronaca semiseria ad Arezzo di un consiglio comunale aperto

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IERI ad Arezzo hanno lasciato il Consiglio Comunale “aperto” per parlare di Bancaetruria e molti hanno preso il raffreddore.
Perché gli spifferi erano tanti come gli intervenuti.
Aperto dal sindaco Ghinelli, intenzionato a mandare un’altra lettera al Governo e al Capo dello Stato, questa volta con il francobollo pagato da tutte le forze politiche, perché le altre lettere, di cui non si è mai saputo niente, chissà se erano affrancate.

Poi, come ai tempi del Colosseo si è dato libero sfogo agli umori del popolo che poteva intervenire.
Un inizio drammatico l’intervento della presidente di Vittime-salvabanche accolto con un silenzio di pietra dal numeroso pubblico di azzerati che era presente che invece si è spellato le mani per gli interventi di Vincenzo Lacroce e Alvise Aguti, i due tecnici che hanno costituito ad Arezzo il Comitato risparmiatori azzerati dal salvabanche.
Anche questo qualcosa vorrà pur voler dire.

Poi c’è stata la lunga sequenza dei rappresentanti sindacali dei bancari.
Ma quante sono le sigle sindacali? C’è da impazzire!
Ognuno con il suo compitino, mentre sarebbe bastato un unico intervento per ribadire la necessità di rimborsare i risparmiatori per evitare di continuare a fare un lavoro senza clienti e salvaguardare i posti di lavoro.

Gli interventi dei politici da Borghi ai rappresentanti regionali spesso partivano dalle crociate per arrivare alla richiesta di elezioni, facendo spazientire il pubblico che era lì solo per trovare una soluzione al loro maledetto problema di aver visto azzerati i propri risparmi.

Però tutti d’accordo: gli obbligazionisti di Bancaetruria devono essere trattati come quelli del Monte dei Paschi di Siena.
Ma se siete tutti d’accordo, smettete di spedire lettere che non arrivano, basta giochi per dire che qualche intervento lo avete fatto.
Andate a Roma, coinvolgete i rappresentanti di questo territorio,
( già,e quelli di maggioranza del PD?) costringeteli a prendere posizioni dure e non a far finta di presentare emendamenti che poi in commissione finanze vengono ritirati.
( E’ successo anche questo).

Perché se non ci sarà alcun risultato i risparmiatori di questo territorio vi prenderanno a pernacchie per sempre!
( Nel migliore dei casi)

Per dovere di cronaca devo anche rilevare la presenza di uno strano fotografo che si aggirava nella sala del consiglio con un obiettivo che usano i fotografi del National Geographic nelle savane per fotografare i leoni e gli altri animali selvatici.
Ma lui con un obiettivo che sarà stato 5000 mm fotografava, con enorme sprezzo del pericolo, da appena 10 centimetri i volti dei politici presenti.
Perché era proprio come una giungla ma dove gli animali non erano nemmeno feroci ma solo paraculi!

Accidenti il fotografo è il direttore di questo giornale, dai Gino non mi licenziare!

Ecco qualche scatto

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.
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