Il Pd c’è dovunque, ma ad Arezzo no

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Il giglio magico di Renzi potrà anche perdere tutti i petali, ma quello di Dario Parrini, il segretario regionale del Pd, sarà l’ultimo ad appassire.

Eppure – lo ha rivelato al Corriere Fiorentino – non avrà problemi ad andare in casa del nemico, che con la sinistra del Pd e il governatore Enrico Rossi, al quale Parrini ha consigliato di non dar noia a Renzi candidandosi a segretario nazionale, si ritroverà sabato e domenica prossimi alla Casa del Popolo di San Bartolo di Cintoia: ci andrà anche se lì, come dice il titolo dell’incontro – “a sinistra nasce un fiore”, un fiore che non ha niente a che fare con i gigli.

Parrini ci va “perché – rivela sempre al Corriere Fiorentino – io sono il segretario regionale di questo partito e vado dovunque si discuta e dovunque c’è il Pd”.
Insomma lui è sempre in viaggio a discutere per la Toscana, basta che, dove va, ci sia il Pd.
Ora le cose sono due: o ad Arezzo ci viene a discutere mascherato, o ad Arezzo non c’è il Pd.
Perché nessuno in città, neanche in Piazza Sant’Agostino, l’ha più visto da quando ad Arezzo venne per fare la campagna elettorale di Matteo Bracciali candidato a sindaco.
Insomma nessuno l’ha più visto, neanche per una breve discussione sul disastro del suo partito al ballottaggio per il sindaco.

Forse a lui risulta che Arezzo sia un posto dove non c’è più il Pd.
O forse sa che c’è ma sa anche che il suo capo, per non parlare di Maria Elena Boschi, da quando ha messo in mutande gli obbligazionisti di BancaEtruria con il decreto salvabanche, sale sul Frecciarossa solo se non si ferma ad Arezzo.
Perché dovrebbe essere lui, Dario Parrini, il petalo che mai si staccherà dal giglio magico, a venire ad Arezzo con il rischio di incontrare gli obbligazionisti?
O ad andare in piazza Sant’Agostino a spiegare come si fa a perdere le elezioni?

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