Non è ancora arrivata che la Ubi mostra il volto deciso del conquistatore del nord.
Sono comparse nel muro adiacente Bancaetruria di via Crispi tre belle targhette con su scritto: “E’ vietata la sosta di velocipedi”, specificando con puntiglio nordico tra parentesi: (biciclette) e poi prosegue: in aderenza al muro ( cioè se non tocca il muro, magari con il cavalletto, può sostare?) e poi si specificano gli articoli del codice della strada 47-50 e 158.
Ma non è finita qui, il cartello prosegue: “con possibilità di rimozione degli stessi!( art. 159 C.d.S.)”
Insomma, si vuol far capire con chi si ha a che fare, ora ci vuole ordine e disciplina.
Si comincia ad allontanare le biciclette e si finisce chissà dove.
Peccato che Victor Massiah, il numero uno di UBI, non conosca gli aretini, meno nordici ma teste dure, perché non ci sono mai state tante biciclette come in questi giorni.
Così come sono teste dure i risparmiatori azzerati che hanno chiesto un incontro ai vertici della banca per trovare soluzioni che riportino serenità nel nostro territorio, perché non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca e una parte di quei lauti introiti che ti hanno generosamente elargito, li puoi tranquillamente utilizzare per riportare un po’ di giustizia, così l’acronimo non sarà più “UBI-Una Bella Inculata” ma “UBI- Un Bel Investimento”.
Sì perché, caro Massiah, esiste anche un altro art. 47, quello della Costituzione, che recita: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.
E poi falla quella benedetta telefonata al sindaco Ghinelli, che si è impermalito e rischia di scriverti una lettera,( si è oramai specializzato) ma questa volta la fa consegnare ai cavalieri del saracino che come si sa infilzano bene il buratto.