Gratta e perdi

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Da qualche anno, se vai dal tabacchino a comprare le sigarette ti guardano strano, esercenti e avventori, perchè sei una mosca bianca.
Infatti all’interno dei locali, sembra di stare al gran casinò di Montecarlo.
Tra le vecchine che si giocano la pensione alle slot, la fila di casalinghe che comprano strisce di gratta e vinci , lotto, scommesse e schedine varie, schermi luminosi con estrazioni ogni ora, il tabaccaio tutto fa meno che il tabaccaio.

Stai in fila paziente, aspetti che le orde di giocatori si allontanino, poi chiedi il pacchetto di cicche.
L’esercente ti guarda stranito, forse gli fai anche pena, ti allunga il resto e ti guarda sornione, ti liquida con un arrivederci e subito si dedica alla marea di scommettitori che nel frattempo entrano.
Le sale scommesse e slot pullulano di gente, che seminascosta cerca di svicolare dentro, senza volersi fare troppo vedere, così come davanti alla sala bingo al parcheggio Eden.

Purtroppo la tipologia di aretino che si presenta è molto di bassa estrazione sociale, a sputtanarsi i pochi euro che posseggono sono extracomuniatri, casalinghe, pensionati, qualche personaggio ai limiti della legalità e in genere chi non dovrebbe buttare via i soldi perchè davvero quei 20 euro possono fare la differenza sul mangiare una settimana o meno.

Arezzo sta diventando purtroppo una bisca a cielo aperto, ma sembra che a nessuno importi, tanto chi ci deve guadagnare non si fa troppe domanda, incassa e stacca il biglietto.
Nessuno, a mia memoria, quando vince qualcosa chiede il denaro, ma reinveste subito in un altro grattino.
Gratta e perde; sempre, comunque.

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