Affermava sicuro di sè Berlusconi qualche anno fa, che tutti dicono che c’è la crisi, ma al sabato sera pizzerie e ristoranti sono sempre pieni.
Aveva ragione.
Ad Arezzo a tantissimi piace piangersi addosso, si professano poveri e disgraziati, senza un euro in tasca, ma se tu provi ad andare al ristorante di sabato all’ultimo minuto, senza avere prenotato, sei fregato.
La ressa fuori e dentro i locali mangerecci è incredibile, dal blasonato ristorante a cinque stelle, via via fino alla trattoria infima da tovaglia a quadretti, è un tripudio di “siamo pieni, ci dispace, ma non aveva prenotato ?”
Sono gli stessi aretini che si abbuffano tra pecorino, chianina e pizza sottile (quella napoletana piace meno, chissà perchè), che al lunedì tornano a piangere miseria pubblicamente, che affermano di non sapere come arrivare a fine mese, le spese, le bollette, i pannolini del pupo, la rata della csa, ma che magicamente al venerdì sera cambiano pelle.
Il chiagni e fotti all’aretina è ormai diventato di uso comune, ma sicuramente qui è declianto nel “chiagni e magni”.
Da Gigi il Troione naturalmente.