Se per caso non sei abbonato a Netflix o a Mediaset Premium, ogni tanto ti prende la voglia di andare all’UCI a vederti un film nuovo; non l’ennesima replica di quelli degli anni 90 che passano in televisione.
E qui rimpiangi amaramente la tua scelta, perchè al cinema incontri i peggiori aretini che manco nel Corso il sabato pomeriggio alle 17.
Già sulla Setteponti c’è la coda per il parcheggio che arriva al passaggio a livello e se ti va bene parcheggi a riodosso del benzinaio, mentre un serpentone di auto fanno la posta a quello che sembra uscire, ma che in realtà posa solo le borse da Scarpamondo.
Entri e una selva di bimbimikia / mocciosi di due anni ti travolgono tra i fast food e la pista di pattinaggio, mente i genitori si fanno l’aperitivo lasciandoli allo stato brado.
Poi sali le scale mobili, fai la coda per il biglietto e qui comincia la tragedia.
Mezz’ora di trailers e poi a luci spente praticamente a film iniziato entrano tutte: le bestie.
L’aretino al cinema non spegne MAi il cellulare, tanto che in sala sembra di essere alla processione della Candelora coi lumini.
Tra gruppi di adolescenti che ridacchiano tutto il tempo, gente che mangia come i bufali il secchio da un litro di pop corn o le salse bisunte dei tacos, (sembra che fino a ieri ci sia stata la carestia), non puoi goderti il film in pace.
C’è l’aretino con la bronchite cronica che tossisce e si soffia il naso per due ore, la coppietta allampanata che commenta ogni scena, l’ebete che chiede sempre al vicino : “ma Michael da chi è stato mandato per uccidere la spia ?”
Oppure “ma Lucia è l’amante di Lino o del cognato ?”.
E il tuo divertimento è già rovinato.
Tra calci nello schienale. pioggia di patatine tra le poltrone e la luce del cellulare, le due ore del film diventano la tortura cinese.
Allora, caro aretino, o ti comporti civilmente oppure il massacro di Fort Alamo lo giriamo dal vivo, subito e tu sei il protagonista (il maciullato vivo).