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domenica, Aprile 20, 2025
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Chi vince e chi perde al Gay Pride

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I VINCITORI

  1. AREZZO: Bellissima, la città ha risposto alla grande.
    Tanta gente vera, di quella finta parleremo più avanti, famiglie.
    Bambini in corteo e ai lati delle strade.
    Tanti etero insomma, anche perché sennò sarebbe un casino.
  2. Gli LBGT eccetera. Gli organizzatori veri non sono caduti nell’inganno, non dico del sesso in strada (mamma mia la mamma dei coglioni è sempre incinta), ma del cattivo gusto, dei culi e delle tette di fuori.
    E poi hanno radunato tanta gente,ad Arezzo,dove difficilmente si ha successo.
  3. I commercianti che hanno incassato il giusto e non fa mai male.
  4. Quei mass media, pochi che ci avevano creduto.

 

I PERDENTI

    1. Quell’Arezzo delle botulinate e dei parvenu,ospiti fissi all’Artistico e nei salotti bene, i più cornuti e cornute e molti, con più debiti che capelli.
      Gufi, questi si, avranno ugualmente qualcosa da dirsi al prossimo evento, tra uno champagnino e una sniffata.
    2. Le associazioni , i partiti. CGIL e Arci avevano più bandiere, poche, che manifestanti.
      Come tutte le organizzazioni ormai sono solo ceto dirigente, la gente va o non va perché lo vuole, non perché segue il gregge.
      Il PD che aveva meno bandiere che manifestanti, pochi.
      Partiti del centro destra, per carità, hanno seguito l’appello di una lista di associazioni cattolico- integraliste che non hanno più sede da quando Telecom ha levato le cabine telefoniche.
      Il Breda Bardelli che ha fatto un comunicato alla supercazzola per dire che non ci andava: se aveva letto tre libri sarebbe stato un genio.
      Il Rossi, non il minestrina, quello dei radicali, di Oraghinelli, di Liberaperta, aveva messo anche la cravatta.
      Insomma non sapeva neanche dove cazzo fosse.
      Il Romizi e un consigliere dei cinque stelle che nessuno si ricorda come si chiama, ci avevano fatto sapere che ci sarebbero andati e lo hanno fatto, addirittura in prima fila, vestiti da sindaco arcobaleno.
      Tranquilli aretini, si terranno quella per sempre, ma hanno tanti like su Facebook.

Ma c’è anche chi ha pareggiato.

Il GHINELLI. Dopo aver seguito i consigli della sua maggioranza sbrindellata, ha rimediato.
In fondo il patrocinio non lo aveva dato neanche il NARDELLA lo scorso anno, depotenziando le critiche in tal senso. Ha ricevuto poi, forse facendo storcere il naso a molti dei suoi, le famiglie arcobaleno.
Forse si renderà la vita più facile a bambini e genitori.
Se questo accadrà, sarà l’unica cosa per cui il gay pride ha avuto senso.
P. S. Non abbiamo notato la presenza della lobby gay aretina, ben rappresentata nella politica e nelle professioni, o forse c’erano e non li abbiamo notati.
Per loro il Gay Pride non serve a niente, il potere ce l’hanno…

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Guerrin Meschino
Guerrin Meschino
Leggendario cavaliere errante, ancora giovanissimo,dopo aver combattuto e vinto battaglie e giostre acquistando gloria e fama,partì alla ricerca del proprio passato….
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