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venerdì, Maggio 2, 2025
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Lotta di Classe

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Diceva Mario Brega in un film di Verdone: “Questa mano può essere piombo o piuma, oggi è stata piuma”.
Invece con le chat di classe su Whatsapp è sempre piombo, di quello duro e pesante.
I genitori aretini, molti dei quali era meglio che non avessero mai figliato, andando a farsi un apericena ai Costanti invece di trom….e, ne hanno fatto una religione, abusandone completamente.

Di solito, nascono subito dopo la prima assemblea di classe, quando un rappresentante, o il più attivo fra i genitori (ce n’è sempre uno), raccoglie i numeri di telefono e dà il via alla chat.
Si chiamano “Quelli della seconda A”, “Gruppo Compiti” o “I bambini di terza D”, con piccole variazioni sul tema.
Uno strumento comodo e immediato, che nasce con le migliori intenzioni per scambiarsi inviti alle feste di compleanno, preziose informazioni sui compiti per chi è a casa malato, sul tipo di cartoncino da disegno (“Era liscio o ruvido?”) chiesto dalla maestra, degenera subito nel delirio.

L’abuso nasce quasi subito, tra le nazi mamme che demonizzano al volo insegnanti e bidelle, che discriminano altri bambini (“Gigi ha i pidocchi, che vogliamo fare, che li passi a tutti ?”), in barba alle piùà elementari regole su privacy, educazione e rispetto.

E allora via alle campagne di denigrazione (“la maestra Pinuccia è una stronza, perchè fa fare troppi compiti”), guerre partigiane (“Lucia, Ada e Silvia non vogliono che i loro figli frequentino Pippo, ora le faccio una faccia così”), duelli rusticani da film western (“ora all’uscita aspetto la mamma di Luca e gli do due sberloni”).
Senza contare poi il rapido declinare dall lista dei compiti o dall’orario di ginnastica ai buongiornissimi, alle barzellette video, ai like da mettere per fare guarire un tizio dal cancro, oppure alle catene di sant’Antonio (“da domanii Whatsaap diventa a pagamento, se non condividi con 10 stronzi come te ti cancelliamo l’app”).

Ma dove è finito il semplice e sano vedersi di persona tra genitori per discutere dei figli e della scuola ?
Chiuse dentro i SUV le mamme spolliciano come forsennate, odiano, si incazzano, gridano, tutto a discapito dei poveri figlioli, che come potranno venire su con genitori così idioti ?
Nelle chat l’unica cosa che manca, sempre, è il cervello.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.
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