Orfani come Oliver Twist di Charles Dickens, Tom Sawyer e Huckleberry Finn, di Mark Twain. L’orfano la neve della celebre poesia di Giovanni Pascoli. Harry Potter (J. K. Rowling) oppure Eragon, uscito dalla penna di Christopher Paolini per straziare il lettori. Ma dato che anche in questo campo vige la regola della quota rosa, come non citare la orfana Chantal Prym, ne Il diavolo e la signorina Prym. Struggente opera letteraria dello scrittore Paulo Coelho.
Qui, ad Arezzo, Fratelli d’Italia TREMA soltanto all’idea – momentaneamente paventata ma prossimamente concreta – di entrare non nella galleria degli orfani della storia di arte, letteratura, cinema, videogiochi. Già affollatissime.
Basti aggiungere alle celebrità già menzionate, Anna Shirley (Anna dai capelli rossi). O Jersuha (Judy) e Abbott (Papà Gambalunga). E altrettante celebrità come gli orfani famosi della Walt Disney.
Tipo Bambi, Cenerentola, Simba, Koda.
FRATELLI D’ITALIA d’Arezzo vive mesi di trepidazione, con il costante batticuore di essere SULL’ORLO DELL’ORFANOTROFIO.
Sulla soglia di un centro di assistenza e di alloggio in cui finiscono perfino le realtà politiche che, ad un certo punto, vuoi per fatalità vuoi per destino vuoi per incapacità vuoi per boria vuoi per astrazione fisica dalla realtà, PERDONO ENTRAMBI I CONSENSI.
Come altri orfani perdono ambedue i genitori.
Come – stando a quanto ad Arezzo si dice da più parti e tenendo conto che non è sempre vero ciò che si dice ma spesso e volentieri si avvera – il partito della Meloni, da noi, li sta perdendo in Comune e in Provincia.
A livello locale e livello nazionale!
Eppure, si dirà, è impossibile che ciò possa avvenire. Per svariate ragioni:
- si chiamano Fratelli. Segno che sono più di uno (e ognuno scambia politicamente la buonanima di Almirante per un immaginario Rockerduck, segno evidente di una competenza politica sopraffina che albera in ciascuno dei Fratelli).
- Su scala provinciale sono occhio e croce un mica male 4% . E un pizzichino percentuale in più ad Arezzo.
E si sono disseminati anche a Sansepolcro, Anghiari, Monte San Savino, Montevarchi. Belli vivi e vegeti soprattutto in quel di Cortona.
- A Palacio Cabajo d’Arezzo, sede del Comune, sono in due.
Dei quali un fratello giovanissimo e una sorella adulta.
Ma si moltiplicano per 2, diventando 4, ogni volta che c’hanno da esprimere una soddisfazione. Sia pur minimo sia il motivo, talvolta anche in relazione alle condizioni meteo del cielo sopra Arezzo.Che poi, a dire la verità, non è che parlano di altro di più. - Quello che li comandava, s’è spogliato dal credo politico com’è arrivato il caldo, dando un esempio di come stanno al mondo i Fratelli d’Italia.
Sommate tutte insieme queste validissime ragioni, ognuna delle quali depone a favore di una lunghissima vita davanti ai Fratelli d’Italia, che c’hanno da tremare IMPAURITI D’ESSERE sulla soglia dell’ORFANOTROFIO?
Eppure è così.
Mentre cresce, ad Arezzo cresce, un’altra famiglia.
L’hanno messa su un certo Cristiano Romani e un tale Roberto Breda.
Uniti non in un’unione civile.
Ma – con tanto di Ufficio Marketing – in un matrimonio come si deve. Consacrato in ambienti romani di rigida obbedienza sovranista.
In cui un certo Alemanno e un tale Storace vedono la Meloni sulla soglia di diventare un’Anna Shirley dai Capelli Rossi.
Mentre, ad Arezzo, già guardano ai Fratelli d’Italia come ciascuno di noi, cultori di storie strappalacrime sui libri, cinema o videogiochi, se piagne regolarmente – come vite mozze -soltanto al pensiero di orfani come Oliver Twist, Bambi, Cenerentola, Harry Potter.