Va bene la ciccia, va bene la cultura, ma quanto ci manca uno spettacolo con Renzi!

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Il Comune è impegnato a giocare con i celti, i tirolesi, i maghi e le streghe, la ciccia e i brigidini, alla cultura ci pensa il privato, con Passioni Festival e con il Circolo Aurora.
Lo ha scritto Luciano Petrai sull’Ortica con la sua solita sottile quanto pungente ironia.
E a questo c’è poco da aggiungere.

Ma se proprio si volesse guardare al capello, nelle stagioni culinarie e culturali aretine, c’è una cosa che è venuta a mancare da quasi due anni a questa parte.
Lo spettacolo che Renzi non faceva mai mancare agli aretini, prima di lasciare in mutande gli obbligazionisti e gli azionisti di Bancaetruria.

Era una star capace di riempire, non solo la Borsa Merci per presentare i suoi libri come “Stil novo”, addiritura l’auditorium di Arezzo Fiere quando girava tutta Italia con il camper.
E Arezzo era sempre al centro del suo cartellone: per fargli firmare i suoli libri comprati dal pubblico in estasi ci voleva tutta la notte.
Poi partiva. E poi non si è più visto.

Per vederlo le vittime di BancaEtruria hanno dovuto loro andare in giro per l’Italia con il camper carico di striscioni più aggiornati di “Stil Novo”.
Oppure accendere la Tv quando il giorno dei ballottaggi a Genova, l’Aquila, Pistoia, Sesto San Giovanni, La Spezia e chi più ne ha ne metta, perché hanno fatto tutti la fine di quello di Arezzo che fece da apripista al centrodestra, lui, segretario del Pd, era più interessato al trionfo di Valentino Rossi al Gran Premio d’Olanda.
E con quello si consolava.

In fondo anche gli italiani erano più interessati al Dottore che al cartellone di Renzi.
Va a finire che per consolari gli tocca tornare ad Arezzo, alle fiere di tirolesi, dei celti, dei maghi , e della ciccia.

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