Assalto al risparmio degli italiani-Pir o pirla?

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Se ancora la vostra banca non ve li ha proposti lo farà. Sono i PIR ( Piani individuali di risparmio) la novità introdotta dal governo con la legge 232 del dicembre 2016.

I principi sono ottimi.
Destinati alle persone fisiche che possono investire non più di 30mila euro l’anno per un massimo di 150mila euro in cinque anni.
Gli interessi (eventuali) sono completamente detassati, quindi esenti dal 12,50 per i titoli di Stato e dal 26% per le altre tipologie se il soggetto detiene per almeno cinque anni l’investimento.
Ed inoltre non sono soggetti all’imposta di successione.

C’è poi l’idea di base che è quella di far confluire questi capitali verso le piccole e medie imprese, come quelle che non possono far parte del mercato azionario o obbligazionario.
Infatti, il 70 per cento degli strumenti investiti in PIR deve riguardare imprese residenti in Italia con almeno il 30 per cento investiti in strumenti finanziari emessi da imprese diverse da quelle inserite nell’indice MIB della Borsa Italiana in modo da favorire le piccole imprese che spesso hanno difficoltà a reperire risorse tramite il canale bancario.
Un modo per far ripartire le aziende, pubblicizza il Governo!

Tutto ottimo, quindi, considerando che questi strumenti esistono da tempo in altri paesi europei?

NO, se consideriamo le commissioni di ingresso e quelle di gestione che in Italia sono più del doppio di quelle europee. Sembra che da noi le banche siano squali affamati senza fondo.

Dovrebbe, inoltre, essere ben chiaro che i PIR, che sono indicati per i piccoli risparmiatori, non sono affatto sicuri, hanno i loro rischi, devono essere tenuti per almeno cinque anni per avere qualche vantaggio fiscale sempre che gli investimenti vadano a buon fine visto che si tratta in ogni caso di azioni od obbligazioni di un mercato esposto al “rischio Italia”.

E poi perché le banche continuano a prendere le commissioni di gestione annue anche quando l’investimento è in perdita? Loro si che hanno la rendita sicura ma i risparmiatori?

Non vorremmo che invece che PIR ci prendessero per PIRLA!

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