“Proprio così! Come vi dicevo prima, da ragazzi, Cosimo ed io passavamo intere giornate seduti sui gradini di un grande piazzale, proprio sotto casa nostra.
Sì, perché eravamo vicini di casa, cioè, di numero civico.
Io stavo al numero 8 e lui al 38.
Che coincidenza, eh! 8 e 38!
In tutti e due i numeri c’era un 8!”
Cosimo era impietrito.
Cosimo, Danilo, Sonia e Serena erano alla Sagra del Marrone di Caprese.
Era il loro primo, delicatissimo, incontro, e Danilo si era messo a parlare della propria infanzia.
Da un’ora e ventidue minuti parlava della propria infanzia.
Che poi, tra l’altro, era anche l’infanzia di Cosimo… e Cosimo non aveva nessuna voglia di parlare della propria noiosissima infanzia.
Danilo, invece, presentava come eclatanti, giornate normalissime, e sottolineava come bizzarri, alcuni dettagli decisamente trascurabili.
Caspita! 8 e 38, che coincidenza!
“E’ vero Cosimo? Noi siamo cresciuti insieme! Quanti ricordi! Non è vero?”
“E’ già! Quanti ricordi… ma forse Sonia e Serena non hanno più voglia di ascoltare i nostri…”
“Macché! Non vedi come si divertono! Si sono scolate due litri di birra a testa. Quando uno beve significa che sta bene! Vero Sonia?”
“Perché lo chiedi proprio a me?”
“No, è che… il discorso del feeling… te ne ho mai parlato?”
No! Il feeling no! Cosimo, gomiti sul tavolo, si teneva la testa.
No, il feeling, no! Erano meglio i ricordi d’infanzia!
La teoria del feeling era uno dei suoi cavalli di battaglia.
Danilo sosteneva che quando si usciva in quattro, come quella sera, le coppie si formavano nei primi cinque minuti. Il primo sguardo, la prima frase, e i giochi erano fatti. Rivendicava con tenacia la paternità di questa sua teoria (paternità che, per inciso, nessun altro si era mai sognato di reclamare) e si compiaceva enormemente nell’enunciarla.
Cosimo a volte si provava a contraddirne alcuni passaggi.
“Danilo, sorvolando sulla validità in sé della tua teoria, quello che non mi convince è la pratica della teoria stessa, non mi sembra la più adatta al nostro caso”
“Cioè?”
“Cioè… Danilo, noi, come dire, non abbiamo le phisique du role del tombeur de fame”
Pausa.
“Eh?”
“Danilo, guardiamoci allo specchio.
Noi, nei primi cinque minuti, bisognerebbe tenere un profilo basso, bassissimo, tendere quasi all’invisibilità.
Non siamo certo degli sprinter dell’acchiappo.
Dobbiamo giocarcela con calma, sulla lunga distanza.
In questo campo, siamo più dei maratoneti, dobbiamo buttarla sul romanticismo, sulla simpatia…”
Danilo, generalmente, arrivato a questo punto del discorso, chiudeva spontaneamente il cervello e si metteva a spippolare col telefonino.
Vabbé. Fatto sta che anche con Sonia, era arrivato al momento di sfoderare la sua teoria.
“Vedi Sonia, è chiaro fin dai primi minuti, che noi due siamo fatti l’uno per l’altra…”
“Finiscila, sgorbio”
“Ecco… Danilo, dammi le chiavi ché forse è meglio tornare a casa, vero ragazze? Vi riaccompagnamo noi?”
“Certo! Che ci volete lasciare qui in mezzo al bosco!”
“Cosimo-andiamo-ecco-le-chiavi”
Cosimo guidava nervosamente e Danilo cercava i punti deboli della propria teoria quando, d’improvviso, s’imbatterono in una curva a gomito, decisamente troppo stretta per quella serata…
Episodi di “Cosimo e Danilo” già pubblicati: 1. Curva a gomito