Serena salutò Danilo, poi Cosimo, e uscì dal Giannino Tequila Pub.
Poco dopo, il Giannino si avvicinò al tavolo con un bicchiere di prosecco e si mise a sedere accanto a Cosimo.
In attesa.
Ancora in attesa.
Sempre in attesa.
“Giannino, pensi che io… abbia una domanda da farti?”.
“Sì”.
“Beh… sì… forse… ma… è un argomento un po’ delicato…”.
Silenzio.
“Sai… sono cose… un po’… in genere non ne parlo…”
Silenzio.
“Lo sai che… insomma… vuoi che te ne parli?”
“Sì.”
“Serena… pensi che sia… veramente… il momento giusto per parlarne?”.
Il Giannino annuì.
Il Giannino oltre ad essere lo storico proprietario del Giannino Tequila Pub, era anche una sorta di oracolo.
Se qualcuno era alla ricerca di una qualche risposta, lui lo capiva, sempre.
Si metteva in ascolto e poi, al momento opportuno, forniva la risposta giusta.
Il Giannino non era infallibile, ma quasi.
E comunque, il margine di errore era bassissimo.
L’ultimo errore risaliva a più di dieci anni prima, forse anche venti, quando, nel silenzio generale sentenziò “questo lo fa’”.
E invece, Ciccio Graziani, quel rigore contro il Liverpool, lo tirò alto, troppo alto.
Il Giannino si autopunì offrendo prosecco gratis, a tutti coloro che entravano nel bar, per l’intero mese successivo.
Il Giannino avrebbe potuto arricchirsi con il Totocalcio o con il Lotto.
E invece no.
Lui, non giocava.
Il Giannino veniva da una famiglia molto ricca.
Poi, suo zio Gino, fratello di suo padre, perse tutto a non si sa quale gioco o scommettendo su chissà che cosa.
Lo zio Gino, uomo con molte debolezze ma onesto, pagò tutti i debitori vendendosi i beni di famiglia e poi sparì.
Ma prima di sparire, già con le valige in mano, volle incontrare suo nipote Giannino, di nascosto.
“Giannino… con il mio comportamento ho rovinato la nostra famiglia.
L’unica ricchezza che mi rimane è il mio infallibile intuito. Beh… quasi infallibile.
Comunque, da questo momento, è tuo.
Te lo voglio donare.
Addio.”
E partì.
Approfittando delle indecisioni e dei tentennamenti di Cosimo, Danilo si inserì senza troppi complimenti.
“Giannino, anch’io ti devo chiedere una cosa… insomma… non so se ho fatto bene… ma… visto quei chiodi grandi a tre punte… ecco… ero incazzato nero e li ho messi sotto la ruota anteriore lato passeggero di quella cazzo di Punto grigia di quella stronza della signora Cinelli che parcheggia sempre davanti al mio garage!”
“Danilo, stavo parlando io!
La domanda la stavo facendo io!
E poi, scusami, che domanda sarebbe la tua, il Giannino non è mica un confessore!”
“Se mi interrompi! Ecco la domanda: Giannino, volevo sapere, secondo te, se gli buco anche le altre gomme, la signora Cinelli, se ne accorgerà che sono stato io, o no?”
Il Giannino bevve lentamente il suo prosecco, guardò Danilo poi si alzò e tornò al bancone del bar.
“Cosimo, secondo te, che avrà voluto dire, la signora Cinelli se ne accorgerà?”
Cosimo, dopo un attimo di esitazione, si alzò dal tavolo, si avvicinò al bancone del bar, parlò qualche istante con il Giannino e poi tornò al tavolo.
“Cosimo, allora? Cosa ti ha detto?”.
“Mi ha detto che… Serena… la posso frequentare… ma che ne avremmo dovuto riparlare, con calma, tra un paio di settimane… da soli… nella stanza della briscola… mah… non so…”.
“Ah… e… mica… per caso… ha lasciato detto qualcosina anche per me?… Intendo, per il mio caso?… No, eh… va beh… io… quasi quasi… le gomme… gliele buco… poi si vedrà… tu che ne dici Cosimo… la signora Cinelli, mi scoprirà?”.
Episodi di “Cosimo e Danilo” già pubblicati:
