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sabato, Aprile 19, 2025
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Arezzo – Il decoro cittadino e spazzatura per strada in centro

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spazzaturaCi sono un paio d’ore della tarda mattinata nelle quali il centro di Arezzo diventa una pattumiera.
Dalle 10,00 (ma anche un po’ prima) alle 12,00 (ma spesso anche un po’ dopo) per le strade di Arezzo sono accumulati rifiuti per diversi quintali; si tratta di schifezze che se va bene sono carte e cartoni, ma in parecchi casi sono rifiuti organici, quelli che puzzano e fanno più schifo.

Dalle 10,30 cominciano a entrare in funzione i piccoli mezzi di Sei Toscana che raccolgono parte del rifiutame in circa mezzora di tempo (si noti che è già passata più di un’ora dallo spargimento di sacchi neri e cartoni vari), poi arriva l’artiglieria pesante e tra Corso Italia e Via Mazzini/Cavour si muovono veri camion giganti che ingombrano tutta la strada ed emanano zaffate di scarico carbonico in faccia ad aretini e turisti. Regolarmente, intorno a mezzogiorno, c’è il ritrovo dei camion al Canto de’ Bacci (all’incrocio del bar Stefano, per i meno addentro) dove ignari cittadini e turisti, seduti ai tavolini esterni o sistemati all’interno con la porta aperta, si beano di respirare il gasolio bruciato a pieni polmoni.

Qualcuno ha già fatto notare che certe operazioni di recupero andrebbero fatte almeno due ore prima, io ci aggiungo che si dovrebbero fare con mezzi ecologici, elettrici o a metano.

Sei Toscana ha vinto (si fa per dire) l’appalto per la gestione dei rifiuti della Toscana del sud con una gara pubblica senza concorrenza, ora cominci a investire i soldi che non ha messo nel raddoppio dell’impianto di San Zeno nonostante fosse prevista una spesa di più di cento milioni.

Non abbiamo tutti l’anello al naso.
Sindaco, fai la voce grossa se ti riesce!

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.
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