Altro che mercatini internazionali, Arezzo continua a farsi conoscere per situazioni e comportamenti che mai ci saremmo aspettati.
Oggi nel corso dell’udienza preliminare per il processo del crac di Bancaetruria i giornalisti sono stati “confinati” in un’area al di fuori del perimetro del tribunale e lontano dallo spazio dove potevano manifestare i risparmiatori azzerati. Insomma, i giornalisti dovevano immaginare l’udienza.
Ci sarebbe da ridere ma anche questo giornale che nasce sulla satira non riesce a trovare le parole giuste che non siano: indignazione!
Avevamo già visto squadre antisommossa alla festa dell’Unità (sob!), pulman di risparmiatori, in gran parte anziani, dirottati e scortati dalla polizia come volgari terroristi, ma insistere con questi comportamenti ci fa capire che il pentolone nasconde veramente qualcosa di grosso.
Un paese dove i giornalisti non possono esercitare il loro mestiere, apprezzato o meno, ma sempre in libertà, è un paese morto civilmente.
Ci dispiace ma questa volta non c’è niente da ridere!

Arezzo continua a farsi conoscere per le peggiori nefandezze
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