Camminando per Arezzo vi sarete accorti che ci sono grandi manovre attorno alle banche.
Cadono le insegne, cambiano i nomi, così che uno non sa più in quale banca ha il conto.
– Pronto? Popolare di Vicenza?
– No qui è Intesa S.Paolo!
– No, non ci siamo intesi io ho il conto alla Popolare di Vicenza
– Si ma è lo stesso.
Si potrebbe ripetere questa telefonata a molti altri istituti dalla Banca di Roma ora Unicredit alla BNL ora del gruppo Paribas ecc..
Se poi andate in qualche nuova banca come Cambiano trovi qualche vecchio viso che lavorava in altra banca e ti chiedi: ma allora non cambiano mai!
Ma naturalmente la più particolare riguarda Bancaetruria.
– Pronto Bancaetruria?
– No Banca Tirrenica.
– Ma come non l’aveva comprata Ubi banca!
– Si ma per ora è tirrenica poi dal 24 novembre cambierà di nuovo nome in Ubi banca Spa
A questo punto il cliente comincia a barcollare anche perché nel frattempo gli sono arrivate decine di comunicazioni, tutte incomprensibili, con linguaggio nordico, che gli impongono revisioni economiche e di regolamento che richiedono una pronta accettazione.
La soluzione è rivolgersi allo psicologo per far cessare quei brutti sogni dove ti azzerano tutti i risparmi, dove ti ipotecano la casa per due rate impagate, dove devi controllare tutti gli estratti conto che invariabilmente presentano costi sbucati da chissà dove, magari nascosti in quella montagna di comunicazioni che è impossibile leggere.
Così il cliente, disteso nel lettino, risponderà all’analista che gli aveva chiesto:
– Ma lei cosa pensa delle banche?
– Una Bella Inculata, risponderà il paziente, parafrasando qualche logo bancario.