Sono partiti insieme.
Dopo Artemio Buzzi, un esteta prima ancora che principe degli antiquari aretini, a distanza di 24 ore se n’è andato a 74 anni anche Fausto Peruzzi, più giovane di Artemio di quindici anni, ma come Artemio abile interprete dei valori di un’estetica che la capitale dell’antiquariato espone nella sua lunga teoria di negozi e gallerie.
Se Artemio era il presidio di via Cavour, Fausto era l’anima di Piazza Grande, presidiata dal suo negozio in Borgunto.
E dove se non in Borgunto poteva riconoscersi la sua eredità di figlio di Todi, città di antiquari, ma anche di poeti fin dai tempi di Jacopone?
Da Todi Fausto era arrivato ad Arezzo trentenne, e ad Arezzo ha subito cominciato a seminare la sua passione e le sue conoscenze del bello contagiando, con il suo linguaggio tudertino, pieno di sottintesi musicali, poetici, perfino filosofici, anche chi sembrava immune da certe passioni, come quella, appunto, del bello sotto forma di un pezzo di antichità.
Ci mancherà, Fausto, la capacità riflessiva di uno specchio tudertino sul quale vedere fino in fondo pregi e difetti di una città che è diventata per sempre tua e che hai amato insieme a Franca, Daniele e Riccardo.
A loro le sentite condoglianze dell’Ortica.