Ad Arezzo chiudono le fabbriche ed aprono i negozi di chiacchiere

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Chiude un altro marchio prestigioso del nostro territorio, la Del Tongo, mentre la Cantarelli è ancora sul precipizio delle soluzioni.
Aprono invece in città decine di negozi di chiacchiere, quelli dei candidati elettorali, dei veri e propri temporary shop dove per qualche settimana si vendono soluzioni placebo per risolvere i problemi del paese.
Già, perché una volta i confronti avvenivano veramente nel territorio, nelle feste dei partiti, dopo una bella mangiata di pesce a prezzi modici.
Ora ogni candidato affitta un negozietto squallido, arredato come una seconda casa in campagna, dove ci si reca saltuariamente per incontrare i parenti e quelli che già lo sostengono.
Se entra qualche persona non di quello schieramento viene presa come una spia o un miracolato sulla via di Damasco.
Naturalmente in quei luoghi si parla di tutti i problemi del mondo, tanto si tratta solo per qualche settimana e si da’ ragione a tutti, che poi le direttive le prende solo il capo del partito, perché i partiti non esistono più ma solo i caporalati.
Anche la dialettica sembra scaduta a livello fumettistico e ci fa rimpiangere certi personaggi della prima repubblica che perlomeno sapevano sostenere dei corposi discorsi, fatti non solo di slogan, a prescindere dalla posizione politica.

E se a livello nazionale le promesse sono le più mirabolanti, dalle tasse a chi ha solo la tosse, ad ottanta euro alle amanti, a livello locale le promesse riguardano, più terra terra, più pecore ad Antria, un tunnel sotto Quarata che attraversa l’Arno con visuale dei pesci rossi che lo popolano, una ruota per criceti a Guido Monaco.
Nessuno che abbia programmi strategici per il lavoro e per salvare il nostro territorio da questo continuo impoverimento.
Ed allora per qualche risultato dobbiamo ritornare indietro nel tempo quando Fanfani si impuntò per far passare l’autostrada da Arezzo.

In questa fase si può dire tutto e il contrario di tutto basta arrivare al 4 marzo ed essere eletti.

Poi si riprenderà con le difficoltà del momento, la crisi internazionale, si darà la colpa a Fini e Prodi, e tutto resterà come prima ma con praticamente gli stessi eletti, da Scilipoti a Casini, da Formigoni alla Boschi

( anche se solo al confine) e chi più ne ha più ne metta.

E ad Arezzo ne avremo (forse) solo uno di Arezzo e tutti gli altri turisti per caso.

E’ proprio vero che la situazione è grave ma non seria!

(Immagine di Yohanan Lakicevic)

1 commento

  1. Dentro questi “negozi” hanno tutti 《uno specchio con l’immagine della propria vita, dove tutti i giorni sputano sull’immagine di ciò che sono stati lo scaracchio di ciò che sono.》

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