Da più parti, a vario titolo, penne importanti e meno, voci più o meno credibili della città sollecitano a gran voce gli imprenditori aretini a buttarsi in campo per rilevare l’Arezzo Calcio.
Come se fosse un atto dovuto, un obbligo morale e materiale, quello di un industriale di aprire il portafoglio, e cacciare il quadrino per una squadra di calcio.
Forse, e dico forse, a qualcuno è venuto in mente che uno che i soldi li ha, magari tanti, non ha nessuna intenzione di buttarli via a ufo ?
Finanziare una squadra di calcio di livello significa investire grosse somme, che non rientreranno MAI, assumersi oneri e responsabilità immense, eventualmente mettersi contro una città e i suoi tifosi se le cose andassero male, diventando impopolare e bersaglio feroce di critiche ed insulti.
Ma chi lo farebbe ? Voi si ? Davvero ?
Caricarsi di un debito così è impensabile per chi anche potrebbe farlo, magari sottraendo denaro per gli investimenti a sostegno dello sviluppo della propria azienda, oppure semplicemente perchè quei soldi se li vuole giustamente godere per svaghi personali.
Sono tutti finocchi col culo degli altri recitava un proverbio, tanto che chi si indigna dalle colonne di quoridiani, televisioni, dagli scranni della politica o al bar, sarebbe disposto lui stesso a cacciarsi la mano in tasca per primo ?
Io credo proprio di no.
Come sempre di chiacchiere se ne fanno tante, la realtà ha però dinamiche diverse.
Dispiace se l’Arezzo Calcio dovesse sparire, ma se nessuno è disposto a spendere, vuole dire che non interessa mantenere viva la società.
Brutale o meno, sembra questa la verità dei fatti.