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sabato, Aprile 19, 2025
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Vigliaccherie aretine sul web

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Una volta lo scemo del paese sparlava al bar e il tutto restava dentro le quattro mura, tra un bicchiere di vino, un moccolo e una partita a carte.

Ora a questa categoria, con una connessione internet a buon mercato, si è spalancato un mondo ove dare fiato alle cazzate che dice, spargendole ai quattro venti.

Teatro di questi episodi di demenza è stato recentemente, una pagina Facebook, un gruppo chiuso, in cui si parla di Arezzo e di quel che vi succede.

Succede che, a seguito di un articolo che ho scritto, questo,  in cui raccontavo un fatto vissuto in prima persona, condividevamo con l’Ortica l’articolo in questo gruppo.

I commenti si sono sprecati, ognuno ha dato la sua opinione e va bene così.

Ma ad un certo punto qualcuno ha oltrepassato i limiti, insultando e sbraitando contro alcuni utenti, tra cui il sottoscritto.

Tra minacce di denunce, in stile “lei non sa chi sono io”, attacchi e denigrazioni gratuite a me ed ad altri,  alla fine il mio profilo è stato cancellato da Facebook, e il sospetto che sia partito dalla segnalazione di utenti aretini di quel gruppo c’è.

Mossa vigliacca da parte di chi, evidentemente non in grado di fare pace tra la bocca e il cervello, ritiene necessario per fare tacere parole a lui scomode che lo qualificano come un meschino.

Forse per l’utente X, non pagare un biglietto di un autobus è lecito, se  a non farlo è il Lucertola, infamare qualche pensionato che ha protestato perché il biglietto lui l’ha pagato evidentemente no.

Tra gli utenti questo X è stato quello che, tra minacce e altre offese, si è reso più molesto per tanti che commentavano civilmente, a differenza sua.

Evidentemente il Lucertola è un suo amico, magari a volte bevono insieme qualche drink, e va benissimo.

Se così gli piace, può pagargli un abbonamento così potrà usare i bus senza problemi.

Viva i giustizialisti aretini senza ironia, i soloni della città, che usando metodi vigliacchi come la segnalazione in stile “soviet comunista URSS”, si lavano la coscienza.

La tecnologia ha fatto tanto bene, ma a qualcuno ha fatto bere il cervello in cinque minuti.

 

 

 

 

 

Essendo un gruppo chiuso a seguito di un articolo che ho scritto, questo   in cui raccontavo un fatto visto con i miei occhi, il pezzo veniva postato in un gruppo Facebook relativo ad Arezzo.

I commenti si sono sprecati, ognuno ha dato la sua opinione e va bene così.

Ma ad un certo punto qualcuno ha oltrepassato i limiti, insultando e sbraitando contro alcuni utenti, tra cui il sottoscritto.

Tra minacce di denunce, in stile “lei non sa chi sono io”, attacchi e denigrazioni gratuite a me ed ad altri,  alla fine il mio profilo è stato cancellato da Facebook, e il sospetto che sia partito dalla segnalazione di utenti aretini di quel gruppo c’è.

Non pagare un biglietto di un autobus, per qualcuno è lecito, infamare qualche pensionato che ha protestato perché il biglietto lui l’ha pagato e loro no, sembra normale.

Tra gli utenti qualcuno  è stato quello che, tra minacce e altre offese, si è reso più molesto per tanti

che commentavano civilmente, a differenza sua.

Evidentemente il Lucertola è un suo amico, magari a volte bevono insieme qualche drink, e va benissimo.

Se così gli piace, può pagargli un abbonamento così potrà usare i bus senza problemi.

Viva i giustizialisti aretini senza ironia, i soloni della città, che usando metodi vigliacchi come la segnalazione in stile “soviet comunista URSS” si lavano la coscienza.

 

 

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.
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