Piccoli mostri crescono anche ad Arezzo

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Piccoli mostri
Piccoli mostri

Passeggiare al mattino presto con il cane ti fa assaporare odori e suoni che poi si perdono nel corso della giornata.

Ma al parchino un gruppo di ragazzini in attesa di entrare a scuola tirano fuori un pallone e cominciano a scalciare.
Si prendono in giro, come fanno i ragazzi, e qualcuno dice ad un altro:
Ahahah oggi tanto ti interroga e ti fa un culo grosso così!

Certo anche noi abbiamo pensato quando a scuola avevamo paura di essere interrogati e ci nascondevamo quasi sotto il banco, facendo una faccia triste di chi sta male per impietosire l’insegnante che intanto scorreva il registro alla ricerca del nome sacrificale.
La scuola, dicevo tra me non è cambiata, e le sensazioni sono le stesse.

Un cavolo! Il ragazzetto preso in giro, quello che sarebbe stato interrogato, con aria per niente preoccupata risponde:
Se mi chiama gli “cago” in testa!
Sì, si cachiamogli in testa così non ci riprova – ridono gli altri compagni, quasi tutti in sovrappeso, con l’aria sfacciata che proviene dalle famiglie.

Io e la mia canina ci siamo guardati ed abbiamo proseguito la nostra passeggiata assaporando il fresco del mattino ed annusando l’erba umida che emanava un buon odore di antico.
E ci siamo sentiti terribilmente vecchi!

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