Emozioni: la cosa più bella che può suscitare una squadra quando gioca.

Senso di appartenenza: la cosa che cresce quando vedi interpretati sul campo gli stessi sentimenti e gli stessi slanci che hai da tifoso dagli spalti.
Orgoglio: quello che ti fa uscire di casa il lunedì mattina a testa alta, con i cori della partita ancora in testa e la certezza di poter affermare la tua fede sportiva come un vanto.
Tutto questo è stato l’Arezzo di quest’anno e la rasoiata di Izzillo a quattro dal novantesimo non toglie niente ai meriti di questo gruppo.
La “banda” Dal Canto è cresciuta partita dopo partita, ha attraversato la sua crisi “adolescenziale “ ( la fase del 4.3.3 spurio con Rolando mezzapunta )
ed è infine sbocciata in una compagine in grado di scendere nell’inferno dell’Arena Garibaldi ( chi c’era può testimoniare del martellante tifo pisano )
ed imporre per 35 minuti una autentica lezione di gioco ad un avversario frastornato ed impaurito.
Non è del resto la prima volta.
L’Arezzo ha dato lezione al Piacenza ( andata e ritorno ) , alla Pro Vercelli, se l’è giocata da pari a pari con la Virtus Entella , ha annichilito per 85 minuti il Siena ..Cosa ci è mancato allora per coronare con il grande sogno questa bella stagione ?
Probabilmente un vero finalizzatore d’area, un uomo di peso e magari d’esperienza che la sbrogliasse quando si trovavano difese arroccate ( Cuneo, Pro Patria, per esempio ) , ci è mancata un po’ di cattiveria agonistica, un po’ di cinismo.
Ci è mancato Belloni, limitato da una stagione di infortuni e malattie ma il cui valore si è potuto misurare per intero nelle ultime tre gare nelle quali l’ex Ternana aveva ritrovato gamba e ritmo-partita.
In cambio però abbiamo goduto dell’esplosione di ragazzi come Sala ( un grande futuro se all’Inter ci capiscono qualcosa …) , Pinto, Basit, Buglio.
Che dire poi di quel Serrotti arrivato quasi per scommessa in estate e diventato insostituibile perno del centrocampo ?
Li abbiamo applauditi sempre perché lo hanno meritato, li ha applauditi a lungo la curva ieri sera mentre loro salutavano con le lacrime agli occhi ( ed i lucciconii stavano anche sulle tribune ) perché hanno interpretato sempre lo spirito di una città e l’onore della maglia.

Tanto merito va anche ad Alessandro Dal Canto.
Lui ha plasmato un gruppo tutto nuovo, lui ha dato fiducia ai baby, lui ha saputo dare un gioco che da anni non si vedeva.
In queste ore si parla già di una sua partenza anticipata.
Le sirene della B chiamano e la giusta ambizione lo spinge a tentare nuove avventure.
Dal Canto va ad allungare la lista dei tecnici che son esplosi ad Arezzo.
Ne conserveremo sempre il ricordo per la schiettezza e la correttezza sempre dimostrata nel corso di questi mesi, senza mai cercare alibi ma solo appoggio nel lavoro.
Adesso si volta pagina.

Il bandolo della matassa torna nelle mani di Pieroni che però stavolta non riparte dal deserto.
Pelagatti, Foglia, Belloni, Serrotti, Cutolo possono essere già la base di una squadra che, secondo progetto, punta più in alto.
Lo vedremo nascere il nuovo Arezzo, e ce ne innamoreremo; ancora però abbiamo gli occhi pieni della bellezza che ci è stata regalata. Grazie di cuore
Paolo Galletti