Tentata violenza sessuale è la tesi accolta dai giudici per la morte della studentessa ligure ventenne Martina Rossi, precipitata dal balcone del sesto piano di un hotel di Palma di Maiorca.
I fatti del 6 agosto 2011 ricostruiti nelle 113 pagine della motivazioni della sentenza di primo grado.
Secondo il collegio, risulta credibile la ricostruzione sostenuta dall’accusa:
“Martina non si era tolta volontariamente i pantaloncini ed è inverosimile il racconto di Albertoni, Qualcuno deve averle totlo i pantalonicini e poiché nella camera c’erano solo Albertoni e Vanneschi, non possono che essere stati loro”.
“A siffatta violenza Martina Rossi non è rimasta inerme ma ha cercato di reagire con forza graffiando in più punti il collo di Albertoni”.
Nella stanza i due giovani aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati a 6 anni ciascuno per tentata violenza sessuale di gruppo e morte in conseguenza di altro reato.
Martina Rossi non aveva usato né alcol né droga, non era in cura farmacologica e soprattutto non aveva dimostrato interesse sessuale per i due imputati.
I graffi sul collo di Albertoni sono considerati come un tentativo di reazione al tentativo di violenza e che il racconto di Albertoni è inverosimile.
La ragazza fuggì verso il balcone e cadde giù.