Ad Arezzo, evidentemente, le consulenze non portano molta fortuna ed, anzi, spesso finiscono nel mirino della Procura, che ipotizza reati con queste connessi.
È successo per il crac di Banca Etruria, in relazione al quale, in questi ultimi giorni, il pool di magistrati della Procura di Arezzo ha notificato a 17 ex amministratori del defunto istituto di credito l’avviso di chiusura delle indagini inerenti al filone d’inchiesta sulle consulenze affidate dalla banca per alcune centinaia di migliaia di euro tra il giugno e l’ottobre del 2014, che, secondo l’accusa, sarebbero state inutili.
La storia si è ripetuta per Coingas, la società partecipata del Comune di Arezzo, i cui Amministratori (l’ex e l’attuale) sono indagati per vari titoli di reato, unitamente all’Assessore comunale al Bilancio ed altri, in relazione ad alcune consulenze per circa 440 mila euro, che, secondo l’accusa, non avrebbero corrispondenza oggettiva con le necessità della società e che, oltre ad essere inutili, risponderebbero ad interessi privati.
Senza entrare nel merito delle responsabilità penali degli indagati, che compete alla Magistratura aretina di accertare, in linea generale notiamo che il sempre più frequente ricorso all’affidamento di incarichi di consulenza a professionisti esterni non fa che confermare l’incapacità e l’inadeguatezza al ruolo di coloro che sono chiamati ad occupare posti di vertice (retribuiti), non già in virtù dei loro meriti o delle loro professionalità, ma quale ricompensa per la loro fedeltà ed obbedienza al capo politico (o di altro tipo di associazione) di turno.
Talvolta, però, succede che il gratificato, sentendosi come Dio in terra, faccia di testa (?) propria e “devii” dalle direttive impartite da chi lo ha investito del potere e, allora, tocca a quest’ultimo intervenire per porre rimedio alla situazione sfuggita di mano.
Proprio questo sembra essere avvenuto nel caso di Coingas, laddove si è sostituito il primo gratificato con un altro gratificato più fedele e si sono “invitati” i riottosi Sindaci Revisori della società a non fare tante storie e ad avallare (pena la sostituzione) le consulenze ed i relativi compensi corrisposti ai professionisti.
E ci sarebbe pure da ridere, se non si trattasse di spreco di denaro pubblico, per il fatto che, al fine di sostenere l’utilità delle consulenze, si è dato incarico ad un legale aretino di fornire un parere di “congruità” : insomma, una consulenza sulle consulenze o, se vogliamo, una SUPERCONSULENZA a posteriori, che avrebbe dato esito “positivo “, ma che, però, non sembra aver convinto i revisori Coingas e, soprattutto, occorrerà vedere se convincerà gli inquirenti.
Ogni qualvolta si ricorre ad una consulenza esterna si dimostra la mancanza di professionalità e requisiti che la nomina avrebbe dovuto richiedere per ricoprire l’incarico dirigenziale. Senza fare nomi ci sono persone puntualmente trombate alle elezioni ma che il partito/i di maggioranza di turno premiano con incarichi di presidenza o dirigenziali di alto livello in barba ai meriti e alle professionalità che tali incarichi richiederebbero. Aggiungo, a mio parere, che, siccome le poltrone sarebbero poche, mentre i “trombati” e i “galoppini” sono tanti, si procede a crearne delle nuove con spacchettamenti o duplicazioni degli incarichi con creazione di aziende o partecipate del tutto inutili. Qualche esempio? Coingas ed Estra; Assessorato alla Cultura e Turismo con Fondazione Arezzo in Tour; Assessorato alla Manutenzione e Consorzi Ato, Ospedali e Centri di Riabilitazione, ecc.