Il 16 luglio di dieci anni fa, veniva designato come Vescovo della Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, Riccardo Fontana.
Un anniversario che meriterebbe di essere festeggiato in pubblico, tra i fedeli, magari ripercorrendo una cronistoria di quello che si è fatto per la comunità.
Evidentemente tutta questa voglia non c’è, e più che festeggiare tra i fedeli, l’impressione è che la ricorrenza sia stata celebrata solo dai fedelissimi.
Tra i quali ovviamente Telesandomenico, unico media aretino che ha pubblicamente annunciato la ricorrenza, con un intervista di 9 minuti al sopraddetto.
Nessun altra voce si unita ad essa a livello locale.
Come mai ?
Un vescovo ultra mediatico come lui, che non ha mai negato la faccia e la voce alla tv e alla carta stampata, che glissa e non promuove tale importante data ?
Certamente in questi dieci anni la chiesa aretina mostra molte più ombre che luci, spesso evidenziate dall’Ortica con articoli specifici .
(basta cercare nel nostro archivio per consultarli)
Gli scivoloni della diocesi aretina sono noti a tanti, nonostante alcuni giornalisti non appena c’è da scrivere qualcosa sul Vescovo, corrono in piazza del Duomo a prendere direttive per non dispiacerlo.
Le opinioni raccolte tra la gente comune, quella che chiacchiera al mercato, al bar e nei negozi, dai commenti suscita l’impressione che questo Vescovo sia lontano e distante dalle persone, freddo ed algido nel suo palazzo, più impegnato negli affari terreni, che nella missione evangelica, come sta a dimostrare l’operazione di cessione al Comune di Arezzo, dell’immobile ex Scuola di Via Fabio Filzi, da destinare a sede della Polizia Municipale, a tutto vantaggio della Diocesi aretina e, di contro, a tutto scapito della cittadinanza.
Sarà vero ? Vox populi…
Fatto sta che 10 anni sono passati e le chiese aretine si svuotano, i fedeli diminuiscono, i giovani non sono attratti dalla religione, a messa l’età media è sempre più elevata.
Un anniversario un po’ amaro forse, tenuto quasi nascosto, e perché sia così, è una domanda a cui non sappiamo dare una risposta.