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Se è un orso a ricordarci cosa è il sogno della libertà

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La vicenda di M49, l’orso scappato in Trentino da un recinto, il Casteller, una Guantanamo creata da umani malati di mente, ci ricorda che il sogno della libertà e la spinta della disperazione sono più forti di qualsiasi barriera ( vale per tutti gli esseri viventi).

M49 è un orso di tre anni, in salute ed in forze, che sebbene non abbia mai aggredito nessuno si è deciso di catturare e poi, senza sedarlo, tenere rinchiuso vigile per svariate ore in pochi metri quadri di una trappola-tubo, al buio, , per poi caricarlo su un carrello, agganciarlo a una jeep, trasportarlo nel traffico tra luci di fanali, rumori di automobili e voci di persone e farlo uscire, carico di adrenalina all’interno del Casteller.

Il Casteller è un recinto elettrificato. M49 è riuscito a scavalcare prima la recinzione interna che divideva la sua gabbia da quella dell’orsa DJ3, quindi una doppia recinzione elettrica che puo’ arrivare a 7000 volt ed infine una barriera metallica alta quasi quattro metri.

Immaginate cosa può fare la disperazione, la paura, la voglia di libertà.

Chissà perché a M49 era stato tolto il radiocomando che nei mesi scorsi consentiva il monitoraggio dei suoi movimenti.

Ora intere squadre di forestali, armati di tutto punto danno la caccia al fuggitivo che potrebbe fare strage di ciliege di cui è molto ghiotto.

“Sparate a vista se si avvicina agli abitati” è il primo commento del governatore leghista del Trentino, Fugatti, un nome, una garanzia.

Parole subito contrastate dal ministro dell’ambiente Costa che invita a non sparare.

L’amico Maurizio Dati ha immaginato lo stato d’animo di M49:

“Buonasera, mi chiamo M49

Sono un orso che approfitta del vostro progresso tecnologico per scrivervi quattro righe…

sono fermo per riposarmi un pò tra le montagne della Valsugana trentina…la mia grande fuga molto probabilmente finirà presto perché siete in tanti a cercarmi, avete i cani, le ricetrasmittenti, binocoli e tecnologia persino sulle canne dei fucili.

Io invece sono solo un orso, con quattro grosse zampe e una fame che nemmeno immaginate.

Mi avete catturato senza motivo, poi mi avete rinchiuso in una gabbia con muri alti 4 metri e mezzo, ai quali avete attaccato la corrente elettrica a 7000 Volt.

Ma la mia voglia di libertà è stata più grande della vostra cattiveria senza faccia. Stamane alle 5 sono scappato e adesso sono in cammino mentre mi braccate con l’ordine di uccidermi, di sparare a vista.

E perché tutto questo? Perché per fame ho fatto quello che avviene in natura da quando esiste il mondo. Ho cercato qualche pascolo.
E’ il mio istinto naturale cercar cibo in questo modo.
E’ da quando ero piccolissimo che mi nutro cosi. Volete abbattermi non per paura ma perché siete ignoranti.

Gli uomini nemmeno li guardo, non mi avvicino, io ho paura degli uomini.

Volete spararmi per difendere i vostri animali che poi sgozzerete voi per primi, nel primo macello vicino al paese o appesi a una carrucola di nascosto, con coltelli affilati, tra grida e stramazzi e sangue che scende a fontane.
Dovete continuare imperterriti a distruggere il pianeta con i vostri allevamenti, i vostri macelli, le macellerie con le carni belle in mostra.

Quante bistecche o braciole sono in pericolo perché io, M49, mi sono avvicinato di qualche metro ai vostri infami recinti?

Difendete bestie che non sanno saltare come invece sono riuscito a fare io.
Imbracciate fucili e carabine di precisione per farmi fuori, così come avete fatto già nel 2017 con l’orsa Kj2 colpevole di aver difeso i suoi figli da un cretino che era nel bosco a raccogliere funghi e invece di andar via si è diretto verso di lei.

Morirò anche io, già lo so.
Perché la natura vi piace solo se addomesticata, prevedibile, se si comporta esattamente come voi vi aspettate. Ma se la natura ha le fattezze selvagge di un orso bruno arrabbiato allora, forse, non vi piace più così tanto e preferite riportarla nei ranghi e allora sparate, ammazzate, vi mostrate per quello che siete, uomini.

Volevo scusarmi se vi sto facendo litigare.
Se il Ministro ha detto che non dovete sparare ma la regione e la provincia hanno risposto che mi vogliono morto, punto e basta.
Scusate il casino. Volevo solo la mia libertà e il mio istinto primordiale.
Vi assicuro una cosa: sono più libero io su questa montagna, nascosto e affamato che voi, che premete il grilletto per uccidere un animale bellissimo e indifeso.
Sono più libero io in una gabbia elettrificata e coi muri altissimi che voi, apparentemente liberi ma rinchiusi in schemi mentali, senza elettricità, ma con pregiudizi e omologazione degne di un recinto di pecore in giacca e cravatta, sbranate ogni giorno in silenzio da orsi che nemmeno sapete riconoscere.

Ora riprendo il cammino….per me la notte e il buio sono gli unici alleati. E domani, se mi incontrate, sparatemi subito perché anche io, orso grande e grosso, ho paura di sentir dolore quando entrano quelle grosse pallottole di merda con le quali ogni volta credete di risolvere tutto….

Buonanotte, forse la mia ultima notte… da M49.”

I lettori de l’Ortica si chiederanno cosa c’entra la vicenda di M49 con questo giornale locale.

Perché il sogno della libertà non è mai regionale ed a volte sono proprio gli animali a ricordarci la nostra stupida disumanità.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.
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