Dimagrire è spesso nella lista dei buoni propositi ma non si va oltre a ciò che vediamo nello specchio,
Ma anche sotto la pelle abbiamo degli accumuli di grasso dove non si vedono, nel fegato.
Quasi un italiano su tre, indipendentemente dall’età, ha il fegato grasso e il nostro è uno dei Paesi in cui il rischio di un’impennata di questa condizione è più consistente: lo dice l’ultimo Hepahealth Project Report, un documento dell’European Association for the Study of the Liver (Easl).
La steatoepatite non alcolica può sorgere per complicanze di malattie infettive, negli ex epatitici o nei soggetti con Hiv; per il diabete; per l’abuso di farmaci.
(in Italia più del 60% di chi ha oltre i 60 anni prende più di 5 farmaci); può derivare da una dieta errata o dallo stile di vita.
Questi elementi portano prima al fegato grasso, che può restare stabile o progredire in forme più gravi.

Chi è affetto da Nash rischia cirrosi, tumore epatico, infarto e ictus.
Il girovita è il primo segno, se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato.
Nelle donne il rischio inizia a salire dopo gli 80 cm e diventa elevato sopra gli 88, negli uomini l’allarme inizia a 94 cm ed è massima oltre i 102.
Per curare il fegato grasso è necessario dimagrire.
Il danno epatico può risolversi se chi è in sovrappeso perde il 7% del peso
La soluzione, secondo una ricerca pubblicata su Cell Metabolism, potrebbe essere nella riduzione di carboidrati, a favore delle proteine, i partecipanti allo studio infatti non sono dimagriti in maniera visibile, ma il loro fegato sì.
Limitare l’introito di fruttosio, carni rosse salumi, carne grigliata
Una ricerca pubblicata sul Journal of Hepatology, condotta su 800 persone, ha dimostrato che un eccesso di carni rosse e salumi si associa a un maggior rischio di steatosi e resistenza all’insulina, indipendentemente dal peso corporeo, soprattutto se la carne viene fritta o grigliata a lungo, perché così vengono prodotte sostanze pro-infiammatorie.
Meglio tacchino, pollo e pesce e cucinarli bolliti o al vapore, limitando la cottura ad alte temperature».
Steatosi alcolica
L’accumulo di grasso sul fegato, lo soffoca e ne compromette lentamente le funzioni, è il primo passo verso disturbi sempre più gravi.
Dalla steatosi, passa alla steatoepatite,dove è presente anche infiammazione.
Si riconoscono la forma non alcolica, tipica di chi non beve alcol, e quella alcolica:
per la diagnosi di steatosi non alcolica il consumo nelle donne deve essere inferiore ai 20 grammi di alcol al giorno (poco più di un bicchiere di vino rosso,)
negli uomini ai 30 grammi al giorno (circa due bicchieri, )
L’accumulo di grasso nel fegato sarà uno degli allarmi sanitari del futuro, negli Usa la steatoepatite alcolica ha soppiantato l’epatite C come causa principale di trapianto di fegato in chi non ha un tumore.
Al secondo posto la steatoepatite non alcolica.
Attenzione: anche chi è magro può non essere indenne dall’ accumulo di grasso nel fegato.
il 15-20% di chi ha steatosi epatica ha un indice di massa corporea normale.
Il girovita è sempre l’ indizio-chiave, se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato.