Una città è come il viso di una persona: esprime lo stato d’animo dei suoi abitanti, le attenzioni che questi le dedicano, le esperienze che qui si vivono.
E’ normale che le bellezze che Arezzo conserva abbiano bisogno di manutenzione come sta avvenendo per le Logge del Vasari e la Fonte di Piazza Grande.
Quindi ben vengano gli interventi anche se sono costellati di polemiche.
Certo il lavoro è certosino e non andrebbe programmato ad ogni “morte di papa” per non trovare ogni volta condizioni disperate.
Nel restauro conservativo delle Logge Vasari ci dicono gli esperti:
I pilastri si presentavano in pessimo stato di conservazione con gravi lesioni della pietra arenaria, distacchi, lacune, soprattutto in prossimità di diffusi interventi precedenti di carotaggio che avevano reso ancora più fragili gli equilibri degli elementi lapidei.
Per non parlare poi della pietra arenaria profondamente decoesa e pulvurenta e con la superficie alterata dagli ossalati.
L’intervento, proseguono gli esperti, dopo la demolizione degli intonaci cementizi inidonei è proseguito con il consolidamento degli elementi lapidei delle colonne mediante sostituzione dei conci ammalorati, stuccature delle lacune e pulitura…
Alla fine dell’intervento sarà effettuata la tinteggiatura.
E ’stato bello notare come anche il conflitto che si delineava tra restauratori e ristoratori dei numerosi locali che insistono sotto le Logge si sia appianato anche se dal 9 settembre sarà necessaria l’installazione di un ponteggio per proseguire i lavori e può essere che i malumori riprendano.
Ci sono poi i lavori di ristrutturazione della Fonte che si trova nel punto più basso della piazza, costruita qui perché nel passato soltanto a questo livello era possibile far zampillare l’acqua.
La Fonte finita nel 1602, come dice il Tafi, è sempre stata oggetto di forti polemiche perché gli aretini vi si affezionarono in modo incredibile perché dava, si diceva, la migliore acqua della città.
Poiché anche questi lavori hanno acceso forti polemiche abbiamo fatto rispondere a Luca Russi, il responsabile del restauro della fontana
Ma a preoccuparci sono l’educazione e l’attenzione della gente al decoro pubblico.
La scalinata di via dell’Arco che dalle Logge porta in Piazza del Praticino era stata consegnata ripulita e ristrutturata solo a luglio.
Guardate dalla nostra foto come è ridotta dopo nemmeno due mesi.
Guardate gli scaloni della parte orientale delle Logge che portano in Piaggia di San Martino.
Troverete dei buchi con ancora i tasselli inseriti fatti da qualche scalmanato operaio per mettere i cancelli per la giostra del Saracino.
Bastava mettere il fissaggio nel cordolo superiore della strada e non si rovinava una pietra arenaria anch’essa ripulita e ristrutturata, ora con i buchi e con tracce di bevande corrosive.
Se poi guardate il balconcino da dove il sindaco consegna la lancia d’oro al vincitore del Saracino vedrete ancora quei pezzi di stoffa neri, sbrindellati, pieni di cacate di piccioni che fanno ornamento ad una attenzione per il bello ed il gradevole che ad Arezzo non c’è.
Forse sarebbe opportuno che, visti anche i carichi di eventi che la piazza sopporta, ci fosse una attenzione maggiore da parte delle autorità e degli operatori per prevenire simili brutture visto che l’educazione della gente, sempre pronta a sbraitare al vento, latita, altrimenti i soldi spesi per qualunque ristrutturazione conservativa sono sprecati.
Poniamo più attenzione alle nostre ricchezze storiche, mettiamoci più cura e più amore, rendiamo gradevole Arezzo, altrimenti le pubblicità di Arezzo intour sulle maggiori riviste estere saranno anch’esse denaro sprecato.
Articolo che affronta con garbata sensibilità il grande argomento dei restauri ai monumenti di questa città; nello specifico quelli in corso ai pilastri delle Logge Vasari e alla Fonte di Piazza Grande.
Personalmente, in particolare, mi piacerebbe vedere ricollocata al suo posto – sul primo pilastro verso San Martino – la lapide toponomastica di “Piazza Grande” che manca da lì saranno sette o otto anni, andata a finire chissà dove nel corso di un precedente intervento di ‘restauro’ che interessò questo pilastro.
Più in generale, ritengo ancora giustificata l’opinione che una quarantina d’anni fa pare abbia espresso, con icastica efficacia, Eugène Ionesco qua invisita:
《Arezzo? Sconcertante nella realizzazione del nuovo, deludente nella conservazione dell’antico.》
Poi ci sono, di più stringente quotidianità, e per fortuna destinate ormai a durare quanto il bercio di un gatto, le schifezze come il pezzo di stoffa nera appeso a quel balcone… Gentili proprietari di questo balcone, non consentite più che per qualche mania possano succedere simili scempi al buongusto!
“visti anche i carichi di eventi che la piazza sopporta”
Per andare diretti al punto e mettendoci anche il Prato con il manto rifatto e risfatto subito con il Mengo, con questi caricihi di eventi sarà impossibile conservare.
e non dimentichiamoci del restauro della pericolante colonna infame:https://www.lortica.it/2019/06/12/la-colonna-infame-di-piazza-grande/