Si parla tanto di animalismo in Arezzo e ci sono persone che davvero fanno molto per gli animali, specie quelli abbandonati.
C’è però un lato di questa attitudine, negativo che coinvolge persone che, alla realtà dei fatti, si dimostrano ben diverse e poco umane da quello che sembra.
Succede che venerdì una persona smarrisce il cane in città e disperato lo cerca ovunque, salvo poi scoprire il giorno dopo che è ritrovato e portato al canile.
Presentatosi per riportarlo a casa, con tutti i documenti, i dati del microchip e quant’altro, vedendo il padrone dalla gabbia il cane si è messo a guaire e a scodinzolare perché voleva tornare a casa con lui.
Ecco che gli addetti del canile si rifiutano di consegnarlo al legittimo proprietario, perché tra i tanti documenti mancava un passaggio tra la regione Umbria (dove era stato acquistato) e la regione Toscana, dove il cane era domiciliato.
Si poteva risolvere benissimo riconsegnando il cane, che era palesemente certificato fosse di chi l’ha richiesto indietro, e poi il lunedì farsi consegnare quel foglio mancante, il cui proprietario era in procinto di avere.
Niente, il canile NON ha ridato il cane, con tutte le conseguenze di sofferenza sia per il padrone che per l’animale, separati ingiustamente per un cavillo legale.
Comportamento squallido, sintomo di non umanità e anche assurdo, poiché non c’era bisogno di tutta questa intransigenza.
Chi dice di amare gli animali lo deve dimostrare coi fatti e non con le parole, che si perdono nel vento.