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Attenzione alla chat sulla quale scrivete! Potreste finire sull’Ortica…

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Ad Arezzo c’è un gruppo, su WhatsApp, dove giornalisti comunicano con altri colleghi, tanti colleghi.
Uno di questi (Parrebbe) ha erroneamente (almeno così si suppone) postato nel gruppo un suo intervento privato, molto privato, rivolto evidentemente a una signora (giornalista a sua volta?) con la quale progetta di sposarsi, anche se a condizioni  particolari quanto chiare.

Ecco di seguito il testo postato dal non meglio identificato Salvatore su WhatsApp:

“Tu sei matta da legare. Stai qui a risparmiare, a non spendere, a vendere oro quando non hai eredi diretti e dici di voler lasciare tutto alla chiesa.
Allora sarà bene chiarirti le idee.
Se ci sposiamo io divento tuo erede e tu la mia erede.
Chi muore prima, insomma, per legge lascia tutto all’altro a meno di non fare testamento ma in quel caso c’è sempre la legittima.
Siccome io sono più grande e più malato di te, siccome oltretutto le donne vivono di più, è probabile che tu diventi la mia erede.
Ma di mio alla chiesa non lasci niente, se no torno a tirarti i piedi.
E ti assicuro che fatto salvo quanto serve per dare un minimo di sicurezza alla proprie mamme, i soldi (e le case) ce li sputtaniamo per stare bene, non per lasciarli a qualche lontano cugino.
Se non ti sta bene possiamo chiudere fin da subito.”

Chi potrebbe essere il Salvatore in questione?
Di certo non prevede di fare figli, ha una mamma in vita (come del resto la promessa sposa), sembra odiare la chiesa e i cugini lontani.
Parrebbe anche essere un tipo risoluto.
Altro non è dato sapere, ma se i lettori de l’Ortica ne sanno più di noi si facciano pure avanti per indicare chi sono i protagonisti del post in questione…

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.
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