FINÍ LE FÀV’AL LÒCCO è il noto proverbio aretino, nel significato di persona che tende a vivere di rendita, senza preoccuparsi del futuro e finisce inevitabilmente per non avere più nulla, che ben si attaglia alla posizione di Arezzo nella classifica 2019 della Qualità della vita nei 107 capoluoghi di provincia italiane, pubblicata quest’oggi da Il Sole 24Ore: 42° posto in Italia, 7 in meno rispetto ad un anno fa e indietro di 21 rispetto al 2017, quinta in Toscana dopo Firenze (15), Prato (27), Siena (35) e Pisa (41), mentre nel 2018 eravamo al terzo posto.
Del resto le avvisaglie c’erano tutte: l’analoga classifica pubblicata un mese fa da Italia Oggi, dalla quale risultava che Arezzo aveva perso nell’ultimo anno ben 30 posizioni, scendendo dal 20esimo al 50esimo, e, poi, i singoli indicatori di volta in volta pubblicati dal quotidiano economico, tutti di segno negativo, di cui abbiamo dato contezza nei giorni scorsi, scorsi (vedi l’Indice di Sportività e quello del Tempo Libero non lasciavano presagire nulla di buono.
Analizzando sinteticamente la classifica, sulla quale ritorneremo nel dettaglio, siamo al 49esimo posto per Ricchezza e Consumi (54esimi nel 2018), al 70esimo nell’Ambiente e Servizi (36esimi lo scorso anno), al 49esimo nella Giustizia e Sicurezza (dal 37esimo del 2018), 50esimi per Demografia e Società, al 45esimo nella Cultura e Tempo libero ed, infine, 28esimi negli Affari e Lavoro (quest’ultimo, grazie, soprattutto, alla nostra punta di diamante dell’Export, ma, tuttavia, in preoccupante picchiata, in quanto nel 2018 eravamo al quarto posto).
Si tratta, quindi, di un quadro, che conferma l’affanno, in cui si dibatte la Città e la sua Provincia: dal 1990, anno in cui il Sole 24Ore pubblicò la prima classifica generale, Arezzo è passata dal 50esimo al 42esimo del 2019, che è il peggiore piazzamento degli ultimi cinque anni. Con tanti saluti alle 5 Città di Ghinelliana memoria “sognate” nel programma di mandato nella seduta di insediamento del settembre 2015 (città affidabile, città scrigno, città innovativa, città attrattiva e città coesa) e ridottesi unicamente (e, diciamo, per fortuna !) alla Città del Natale.
…… e naturalmente si vede.
Girano (girellano) opinioni secondo le quali i numeri milionari dei “Tirolesi” ci stanno salvando dal dissesto.
Questi numeri – realmente – esprimono ordini di grandezza simili, mutatis mutandis, a quelli delle industrie tessili e orafe del tempo che fu; con questi e con quelli, abbiamo visto e vediamo bene gli esaltanti risultati, naturalmente…