Ancora sulla candidatura di Arezzo Città della Cultura
Premessa indispensabile prima di ritornare sulla questione della candidatura di Arezzo al titolo di Città italiana della Cultura per l’anno 2021.
L’Ortica e’ stata la prima, dopo l’annuncio del Sindaco Ghinelli, a commentare con favore questa candidatura, sulla quale ci piacerebbe pensare che tutti gli aretini, indipendentemente dalle loro simpatie politiche, possano d’accordo.
Siamo stati e siamo, invece, molto critici nei confronti del Primo Cittadino, che ha inteso far passare questa candidatura come un successo della sua Amministrazione e della Fondazione culturale Guido d’Arezzo da lui presieduta, mentre sa benissimo che nessun merito gli può essere attribuito, stante il fatto che si tratta di un’autocandidatura, che qualsiasi altro Comune italiano avrebbe potuto presentare – tanto per fare un esempio, anche Sestino o Montemignaio (non ce ne vogliano gli abitanti di questi due piccoli, ma ridenti paesini della montagna aretina) -, semplicemente inviando al Ministero dei Beni Culturali una domanda di partecipazione, senza altro aggiungere.
Lo ripetiamo per chi si è abbandonato a facili entusiasmi ed ai complimenti di adulazione a prescindere: affermare, come ha fatto il Sindaco nella sua dichiarazione del 4 Gennaio scorso, che “Poter candidare Arezzo a diventare Capitale della Cultura nel 2021 e vedersi riconosciuto dal Mibact il diritto di competere per questo titolo, rappresenta un punto di svolta decisivo per Arezzo che ormai, agli occhi del mondo, è una Città italiana a piena vocazione culturale. Non era così prima del 2015 e non sarebbe stato così se non vi fosse stata la Fondazione ‘Guido d’Arezzo’ ed il lavoro scrupoloso e costante che proprio la Fondazione ha predisposto per arrivare a questa candidatura”, e’ solo autoreferenzialita, per non dire mera propaganda elettorale, che lascia il tempo che trova.
Ed il tempo che trova e’ esattamente quello del 2 Marzo prossimo, entro il quale il Comune di Arezzo, dovrà presentare al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – che, diversamente dalle ciance del Sindaco, ancora non gli ha riconosciuto un bel niente – un valido progetto culturale.
Succede spesso che “chi si loda, si imbroda” ed il fatto che alcuni personaggi (vedi l’Assessore/a Tanti, il Rettore della Fraternita dei Laici Dott. Rossi e l’Osservatorio dei Cattolici democratici Demos), ciascuno per il rispettivo ambito di competenza e nella direzione da essi voluta, si siano già fatti avanti per dare indicazioni su come questo progetto debba essere realizzato, conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – che tutto questo “lavoro scrupoloso e costante” della Fondazione per arrivare alla candidatura, cosi’ celebrato da Ghinelli e dalla stessa Tanti, in effetti non ci sia stato.