A giugno tutta la coalizione della destra aretina (il centro non vi si intravede, quindi diamole il giusto appellativo) era salita sul trenino di Ghinelli, ritenendolo l’uomo giusto da ricandidare a Sindaco di Arezzo per un secondo mandato.
Dopo le prime notizie in merito agli incarichi facili di COINGAS, con tanto di centinaia di migliaia di euro dei contribuenti probabilmente buttati al vento, Ghinelli ha visto il suo trenino perdere parecchi vagoni.
Ieri, allo scoppiare dello scandalo Multiservizi (poltrona in cambio di soldi?) i vagoni si sono azzerati.
In coda alla piccola locomotiva di Ghinelli era rimasta aggrappata al vento la sola Lucia Tanti, ormai orfana di Forza Italia e appunto in balìa della scia.
Oggi a quella locomotiva non si aggiunge un vero e proprio vagone, ma un altro senza casa fedele al comandante come il vicesindaco Gamurrini.
Satireggiando si potrebbe far ricorso alla memoria lunga e citare i famosi tre briganti e tre somari cantati da Domenico Modugno, ma sarebbe ingeneroso e allora preferisco dire che Ghinelli ricomincia da tre, come fece con gran successo a suo tempo Massimo Troisi.
In realtà è difficile che i due gregari di questo momento storico aretino possano aiutare un Ghinelli cui Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno forse staccato la spina.
Nessuno li ascolterà.
Al massimo Ghinelli potrà candidarsi con la lista civica che sta facendo fondare (forse più la Tanti di lui) a Gamurrini e prendersi un bel 20% a scapito di un candidato delle destre.
In piazza Sant’Agostino, dove pare che qualcuno sia tornato dopo i risultati elettorali in Emilia Romagna, festeggerebbero felici insieme alle Sardine disperse in mare.