87enne positivo al Coronavirus, da Abbadia San Salvatore portato al San Donato
Nella serata di ieri, un paziente di 87 anni della provincia di Siena, ricoverato all’ospedale di Abbadia San Salvatore, è stato dichiarato positivo al virus Covid-19.
L’uomo, risultato negativo al primo tampone, era stato ricoverato nel reparto di medicina.
All’aggravarsi dei sintomi, i medici hanno ritenuto necessario un approfondimento diagnostico e la ripetizione di un nuovo tampone per il Coronavirus, a cui il paziente è risultato questa volta positivo.
Immediatamente è stato trasferito presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo.
I familiari dell’uomo che con lui sono stati a più stretto contatto, non presentano sintomatologia.
Il medico di medicina generale ne sta comunque monitorando la situazione per decidere, nel caso, un eventuale isolamento domiciliare.
L’AUSL Toscana sud est ha disposto l’immediata sanificazione del reparto dov’era ricoverato il paziente, così come da protocollo.
È stata eseguita, come da prassi, l’indagine aziendale da cui è emerso che tutti i protocolli di sicurezza sono stati applicati.
L’uomo, risultato negativo al primo tampone, era stato ricoverato nel reparto di medicina.
All’aggravarsi dei sintomi, i medici hanno ritenuto necessario un approfondimento diagnostico e la ripetizione di un nuovo tampone per il Coronavirus, a cui il paziente è risultato questa volta positivo.
Immediatamente è stato trasferito presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo.
I familiari dell’uomo che con lui sono stati a più stretto contatto, non presentano sintomatologia.
Il medico di medicina generale ne sta comunque monitorando la situazione per decidere, nel caso, un eventuale isolamento domiciliare.
L’AUSL Toscana sud est ha disposto l’immediata sanificazione del reparto dov’era ricoverato il paziente, così come da protocollo.
È stata eseguita, come da prassi, l’indagine aziendale da cui è emerso che tutti i protocolli di sicurezza sono stati applicati.
Virus, altri 4 nuovi casi in provincia
I nuovi casi uno a Pergine, uno a Bibbiena, (il primo) e due a San Giovanni Valdarno.
Un nuovo contagiato nel personale sanitario della Gruccia, ne da notizia il sindaco Simona Neri.
“Ho ricevuto adesso comunicazione dalla Asl del terzo caso positivo a Coronavirus del nostro Comune.
La signora si trovava già in quarantena presso la propria abitazione e li continuerà l’isolamento fino a completa guarigione.
Ho personalmente parlato con la famiglia, il caso di contagio è uno dei casi di contagio relativi al personale sanitario dell’Ospedale della Gruccia.
Saluto con tanto affetto tutta la famiglia, tenete duro e prendetevi cura di voi.
A tutti i nostri concittadini ribadisco con forza: pensate alla vostra salute ma anche e soprattutto a quella di chi vi sta attorno, della comunità intera, #non #uscite #di #casa!
Il comportamento odierno, di questa mattina, non è affatto accettabile, troppa gente in strada, in alcuni casi anche senza rispettare le distanze.
Ho personalmente richiesto l’intervento delle Forze di Polizia.
Che le norme siano fatte rispettare con estrema severità.
Da Bibbiena la conferma arriva dal sindaco Filippo Vagnoli con un videomessaggio.
“La persona è sotto osservazione.
E’ in corso anche l’indagine epidemiologica per capire chi sono stati i contatti e quale è stata la fonte probabile di contagio.
Dalla Asl mi è appena stato detto che c’è una pista, ma ancora è tutto da verificare.
Chiedo con più forza in questo momento ai cittadini di stare a casa e rispettare le regole.
Stasera vi daremo aggiornamenti ulteriori.
Nessun panico e nessuna caccia all’uomo.
Stiamo lavorando alacremente con Asl e Carabinieri e vi chiedo di collaborare facendo la vostra parte, ovvero rispettare le regole e stare a casa”.
Da San Giovanni, la conferma arriva direttamente dal sito del Comune.
“Abbiamo ricevuto comunicazione ufficiale da parte della Direzione Asl Sud Est della presenza di altri due casi positivi al Coronavirus COVID-19 nell’abitato di San Giovanni Valdarno, collegati entrambi a un caso positivo precedente.
I soggetti al momento si trovano in cura presso le proprie abitazioni, in quarantena.
Sono dunque 6 i casi confermati nel nostro Comune, tutti domiciliati”.
Un nuovo contagiato nel personale sanitario della Gruccia, ne da notizia il sindaco Simona Neri.
“Ho ricevuto adesso comunicazione dalla Asl del terzo caso positivo a Coronavirus del nostro Comune.
La signora si trovava già in quarantena presso la propria abitazione e li continuerà l’isolamento fino a completa guarigione.
Ho personalmente parlato con la famiglia, il caso di contagio è uno dei casi di contagio relativi al personale sanitario dell’Ospedale della Gruccia.
Saluto con tanto affetto tutta la famiglia, tenete duro e prendetevi cura di voi.
A tutti i nostri concittadini ribadisco con forza: pensate alla vostra salute ma anche e soprattutto a quella di chi vi sta attorno, della comunità intera, #non #uscite #di #casa!
Il comportamento odierno, di questa mattina, non è affatto accettabile, troppa gente in strada, in alcuni casi anche senza rispettare le distanze.
Ho personalmente richiesto l’intervento delle Forze di Polizia.
Che le norme siano fatte rispettare con estrema severità.
Da Bibbiena la conferma arriva dal sindaco Filippo Vagnoli con un videomessaggio.
“La persona è sotto osservazione.
E’ in corso anche l’indagine epidemiologica per capire chi sono stati i contatti e quale è stata la fonte probabile di contagio.
Dalla Asl mi è appena stato detto che c’è una pista, ma ancora è tutto da verificare.
Chiedo con più forza in questo momento ai cittadini di stare a casa e rispettare le regole.
Stasera vi daremo aggiornamenti ulteriori.
Nessun panico e nessuna caccia all’uomo.
Stiamo lavorando alacremente con Asl e Carabinieri e vi chiedo di collaborare facendo la vostra parte, ovvero rispettare le regole e stare a casa”.
Da San Giovanni, la conferma arriva direttamente dal sito del Comune.
“Abbiamo ricevuto comunicazione ufficiale da parte della Direzione Asl Sud Est della presenza di altri due casi positivi al Coronavirus COVID-19 nell’abitato di San Giovanni Valdarno, collegati entrambi a un caso positivo precedente.
I soggetti al momento si trovano in cura presso le proprie abitazioni, in quarantena.
Sono dunque 6 i casi confermati nel nostro Comune, tutti domiciliati”.
Appello per il rinvio di Parma capitale della cultura: anche Arezzo si unisce a Volterra e Trani
Ghinelli: “vicini alla città e al sindaco Pizzarotti”
Anche Arezzo, candidata alla Capitale della Cultura Italiana 2021, si unisce all’appello di Volterra e Trani, anch’esse candidate, a favore di un rinvio per Parma, impossibilitata a svolgere il proprio programma di eventi. “La cultura, prima di qualsiasi altra cosa, sarà il motore che ci porterà fuori da questo momento eccezionale per tutte le persone” dichiara il sindaco Alessandro Ghinelli in una nota stampa, “siamo vicini a Parma e al sindaco Pizzarotti con tutto il cuore.
Il nostro, come quello di Trani e di Volterra, è un messaggio di comunità e di vicinanza, mai come oggi ne abbiamo bisogno”.
Anche Arezzo, candidata alla Capitale della Cultura Italiana 2021, si unisce all’appello di Volterra e Trani, anch’esse candidate, a favore di un rinvio per Parma, impossibilitata a svolgere il proprio programma di eventi. “La cultura, prima di qualsiasi altra cosa, sarà il motore che ci porterà fuori da questo momento eccezionale per tutte le persone” dichiara il sindaco Alessandro Ghinelli in una nota stampa, “siamo vicini a Parma e al sindaco Pizzarotti con tutto il cuore.
Il nostro, come quello di Trani e di Volterra, è un messaggio di comunità e di vicinanza, mai come oggi ne abbiamo bisogno”.
Calo delle donazioni di sangue, la Asl Toscana sud est sensibilizza i cittadini a non smettere di donare
La situazione in provincia di Arezzo
La modalità di accesso al Centro trasfusionale del San Donato resta invariata dato che si accede tramite ingresso indipendente.
All’entrata, i donatori troveranno un infermiere che eseguirà un pre-triage con misurazione della temperatura e somministrazione di gel alcolico igienizzante.
Anche la provincia di Arezzo sta subendo un forte calo delle donazioni pari al – 25% – spiega Roberto Zadi, direttore Uosd Immunoematologia e medicina trasfusionale – Tra gennaio e i primi giorni di febbraio di questo anno, abbiamo raccolto dalle 132 alle 145 unità di sangue, nelle scorse settimane il numero è sceso a 77.
In situazione di normalità, il nostro centro riceve ogni giorno circa 35 donatori, nell’ultimo periodo sono a mala pena 12.
L’emergenza sangue è evidente e generalizzata, i timori delle persone sono comprensibili, ma i pazienti che hanno necessità di trasfusioni non possono aspettare che passi questo momento.
I presidi ospedalieri pubblici hanno interrotto tutte le attività programmate, ma oltre alle urgenze, rimangono tutti quei pazienti con patologie croniche di natura ematologica e non, tutte persone la cui qualità della vita, o la vera e propria sopravvivenza è legata alla trasfusione di sangue e di piastrine.
L’unica raccomandazione importante è quella di prendere appuntamento e rispettare scrupolosamente l’orario assegnato per evitare inutili assembramenti”.Anche prima dell’emergenza COVID-19, chi effettuava una donazione veniva controllato attraverso una serie di analisi del sangue e la rilevazione della temperatura, come da prassi.
Ad ogni modo, al momento attuale è impossibile accedere negli ospedali e raggiungere i reparti senza passare dai check point, organizzati alle entrate principali dei presidi che filtrano e monitorano l’ingresso delle persone.
Alla luce dell’attuale situazione nel nostro paese, il Centro Nazionale Sangue ha ritenuto comunque necessario diffondere una circolare con le misure che i donatori devono adottare, consultabile al link https://www.centronazionalesangue.it/.
L’appuntamento per la donazione avviene tramite le associazioni di volontariato delle diverse province (AVIS, Gruppi Fratres e CRI) con le quali, come sempre l’Azienda opera in stretto contatto o direttamente presso i Centri Trasfusionali.
L’Azienda ringrazia tutti coloro che vorranno continuare, anche e soprattutto in un momento di così grave difficoltà, la loro opera di donazione volontaria, consapevole, anonima e gratuita.
La modalità di accesso al Centro trasfusionale del San Donato resta invariata dato che si accede tramite ingresso indipendente.
All’entrata, i donatori troveranno un infermiere che eseguirà un pre-triage con misurazione della temperatura e somministrazione di gel alcolico igienizzante.
Anche la provincia di Arezzo sta subendo un forte calo delle donazioni pari al – 25% – spiega Roberto Zadi, direttore Uosd Immunoematologia e medicina trasfusionale – Tra gennaio e i primi giorni di febbraio di questo anno, abbiamo raccolto dalle 132 alle 145 unità di sangue, nelle scorse settimane il numero è sceso a 77.
In situazione di normalità, il nostro centro riceve ogni giorno circa 35 donatori, nell’ultimo periodo sono a mala pena 12.
L’emergenza sangue è evidente e generalizzata, i timori delle persone sono comprensibili, ma i pazienti che hanno necessità di trasfusioni non possono aspettare che passi questo momento.
I presidi ospedalieri pubblici hanno interrotto tutte le attività programmate, ma oltre alle urgenze, rimangono tutti quei pazienti con patologie croniche di natura ematologica e non, tutte persone la cui qualità della vita, o la vera e propria sopravvivenza è legata alla trasfusione di sangue e di piastrine.
L’unica raccomandazione importante è quella di prendere appuntamento e rispettare scrupolosamente l’orario assegnato per evitare inutili assembramenti”.Anche prima dell’emergenza COVID-19, chi effettuava una donazione veniva controllato attraverso una serie di analisi del sangue e la rilevazione della temperatura, come da prassi.
Ad ogni modo, al momento attuale è impossibile accedere negli ospedali e raggiungere i reparti senza passare dai check point, organizzati alle entrate principali dei presidi che filtrano e monitorano l’ingresso delle persone.
Alla luce dell’attuale situazione nel nostro paese, il Centro Nazionale Sangue ha ritenuto comunque necessario diffondere una circolare con le misure che i donatori devono adottare, consultabile al link https://www.centronazionalesangue.it/.
L’appuntamento per la donazione avviene tramite le associazioni di volontariato delle diverse province (AVIS, Gruppi Fratres e CRI) con le quali, come sempre l’Azienda opera in stretto contatto o direttamente presso i Centri Trasfusionali.
L’Azienda ringrazia tutti coloro che vorranno continuare, anche e soprattutto in un momento di così grave difficoltà, la loro opera di donazione volontaria, consapevole, anonima e gratuita.
Cosa cambia nella USL Toscana sud est: sia per i cittadini che per i dipendenti
È evidente che si tratta di un virus con un’alta capacità di contagio che si presenta per l’80% dei casi con una semplice sindrome influenzale ma che nel 20% dei casi può richiedere il ricovero ed un quadro che può diventare anche molto complesso.
«La parola chiave afferma il Direttore Generale Antonio D’Urso è fare comunità ed adottare tutte le precauzioni personali e professionali per ridurre al massimo i rischi connessi alla diffusione del contagio per riportaci, tutti al più presto, alla vita normale».
Per far questo l’Azienda Usl Toscana sud est ha messo mano all’intera organizzazione ospedaliera e territoriale.
Nell’Ospedale l’obiettivo è quello di essere al massimo sicuri, per quello sono ridotti gli accessi, per questo è stata ridotta l’attività chirurgica non oncologica e non di classe A.
Per avere il minor numero di persone in ospedale.
Per lo stesso motivo vi sono i meccanismi di pre triage ed i check point.
C’è anche altro:
Vi saranno, in considerazione del nuovo quadro epidemiologico, ospedali destinati alla presa in carico di pazienti COVID Positivi: Arezzo Montevarchi Grosseto Poggibonsi, i pazienti saranno ospitati in un’ala fisicamente separata dal resto dell’Ospedale.
“Uno dei principi di fondo che ispira la riorganizzazione ospedaliera – continua il Direttore D’Urso -è separare, separare, separare, per evitare contaminazioni tra i percorsi”.
Per i pazienti COVID saranno a disposizione posti letto di degenza ordinaria e di terapia intensiva, tra l’altro, questi ultimi, molto rafforzati.
Parliamo di circa 360 posti letto, di cui una parte intensivi, almeno il 10 %.
“Da una parte, quindi, migliori cure alle persone covid positive, ma anche cure adeguate garantite ai nostri pazienti oncologici, pneumologici, oncologici”.
La stessa ringegnerizzazione interessa il territorio, dove, nelle loro abitazioni, restano molti pazienti affetti da Coronavirus, adottando le precauzioni indicate dall’igiene pubblica e della prevenzione.
“I pazienti pauci sintomatici restano al domicilio e sono affidati ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
Se vi fosse un aggravamento chiameranno il 118 che li porterà in ospedale dove saranno seguiti e protetti.
I medici di famiglia operano nel territorio accanto ai professionisti dell’Igiene pubblica, agli infermieri ai medici di comunità che garantiscono, tra l’altro, tutta l’attività di tamponi a domicilio, che oggi interessa circa 100 pazienti al giorno.
“Questo ci ha permesso di individuare precocemente pazienti con coronavirus e di attivare misure di isolamento e quindi di prevenzione della diffusione del contagio.
Voglio ricordare che siamo una delle Aziende che ha fatto più attenzione negli isolamenti e nella gestione dei contatti stretti”.
Le nuove misure per contenere il contagio; come cambiano i servizi al cittadinoPer la parte ospedaliera
Per il contrasto all’epidemia del Coronavirus, nei 13 gli ospedali della Rete dell’Azienda Usl Toscana Sud Est la Delibera ha previsto le seguenti modifiche organizzative:
i check point agli ingressi degli ospedali rimangono attivi dalle ore 7 alle ore 20, mentre dalle 20 fino alle ore 7 saranno chiusi gli accessi principali;
all’interno dei check point è vietato l’accesso a tutti i visitatori e pazienti ambulatoriali che presentano sintomi simil influenzali (rinite, tosse, rialzo febbrile, difficoltà respiratoria).
I pazienti con sintomatologia simil influenzale sono indirizzati presso il pre-triage, anche quando il quadro epidemiologico non sia correlabile con la definizione di caso sospetto;
non è più possibile accedere al pronto soccorso in ognuno dei tredici ospedali aziendali.
L’unico accesso è quello al pre-triage.
Tutti gli accessi secondari ai Pronto Soccorso sono stati chiusi;
è sospesa, fino a data da destinarsi, tutta l’attività chirurgica elettiva (interventi programmati) ad esclusione dell’attività oncologica in classe A e l’emergenza/urgenza.
Queste misure sono prese al fine di consentire la riduzione delle presenze nelle strutture ospedaliere e la disponibilità dei letti di degenza e di area critica;
è sospesa anche l’attività chirurgica elettiva in libera professione;
sono inoltre sospese le visite ambulatoriali programmate, anche chirurgiche, sia in regime istituzionale sia libero professionale e le prestazioni diagnostiche;
l’attività ambulatoriale programmata individuata come indispensabile dallo specialista di riferimento è mantenuta;
per le attività che non sono state sospese, l’accesso è frazionato e attuato con il corretto utilizzo delle sale di attesa che consenta il mantenimento delle corrette distanze di sicurezza;
i referti ambulatoriali, radiologici e di laboratorio vengono inviati al domicilio del paziente, al fine di limitare gli accessi agli ospedali;
l’attività ambulatoriale pediatrica, data la peculiarità dell’utenza, è mantenuta, comunque secondo valutazione dello specialista, limitando l’accesso.
Per la parte territoriale e delle Zone Distretto:In ogni distretto territoriale sono state predisposte le azioni per l’installazione, così com’è stato per gli ospedali, di punti di check point che serviranno a limitare l’accesso a soggetti che potrebbero avere sintomi influenzali (rinite, tosse, rialzo febbrile, difficoltà respiratoria) contemporaneamente a modalità di accesso dilazionato per impedire il sovraffollamento.
È stata avviata la riprogrammazione dell’attività ambulatoriale specialistica programmata in rispetto alle norme di sicurezza.
Saranno garantite le prestazioni urgenti (U) e brevi (B, da erogare entro 10 giorni), sulla base delle valutazioni del medico prescrittore.
Non è più possibile l’accesso diretto per i prelievi ematici.
Garantiti quelli urgenti e non differibili che saranno eseguiti solo nei presidi sul territorio e non più ai punti prelievi degli ospedali.
Continueranno ad essere garantiti tutti i prelievi domiciliari
Le altre attività sanitarie erogate a livello territoriale (riabilitazione, medicina legale, consultorio, salute mentale, dipendenze, etc…) e l’attività infermieristica ambulatoriale, saranno effettuate solo se inderogabile, nel rispetto delle regole di sicurezza.
Modalità organizzativa diversa anche per le attività di sanità d’iniziativa e per le strutture di cure intermedie residenziali che sono all’interno degli ospedali della rete aziendale (ospedale di Comunità, Hospice, Mo.di.ca, Riabilitazione ex art. 26, ecc.): i pazienti in carico, affetti cioè da patologie croniche e quindi considerati “fragili” e maggiormente esposti alle conseguenze negative dell’infezione del Covid – 19, avranno a disposizione personale infermieristico per attività di counseling e interviste telefoniche per la verifica e il monitoraggio della situazione.Tutti i servizi d’assistenza domiciliare saranno garantiti con le modalità consuete.
Anche gli screening oncologici e le vaccinazioni saranno garantiti ma riorganizzati con modalità di accesso frazionato.
Le mammografie e tutte le attività di secondo livello (approfondimenti senologici, colonscopie e colposcopie) saranno effettuate, garantendo le prestazioni solo in alcuni dei 13 presidi aziendali e con percorsi separati dalle altre attività.
Per il momento saranno garantite soltanto le prestazioni di vaccinazione relative a: 1° dosi pediatriche fino al 13° mese in calendario; vaccinazioni Adulti soltanto per le categorie a rischio.
Le vaccinazioni adulti, quelle della medicina del viaggiatore ed il counseling nutrizionale per il momento sono sospese,insieme a tutte le attività dei servizi di medicina legale, ad eccezione dell’attività necroscopica e di quella delle Commissione patenti ma solo per gli utenti che certificheranno l’uso dell’automezzo a fine lavorativo o per raggiungere il posto di lavoro e comunque sempre in attesa delle determinazioni della Motorizzazione Civile o del Ministero dei Trasporti per eventuale proroga delle scadenze.
Per le eventuali specifiche esigenze dell’utenza e per le urgenze, le medicine legali saranno a disposizione telefonicamente dal lunedì al venerdì 9.30-12 e nei giorni di martedì e giovedì anche dalle 15-17.Smart working: Anche la Asl cerca di tutelare più dipendenti possibile dal contagio del coronavirus
Alla AUSL sud est il 60% dei dipendenti del comparto lavora da casa.
Si chiama smart working in inglese, si traduce con “lavoro agile” in italiano. È una delle disposizioni suggerite in questo momento per alleggerire il carico della presenza fisica negli uffici, per evitare assemblamenti in luoghi dove potrebbe diffondersi il virus Covid-19.
È di pochi giorni fa la delibera n. 293 firmata dalla Direzione dell’Azienda USL Toscana sud est che autorizza, in via transitoria e per la durata dello stato di emergenza, il ricorso al lavoro agile per i dipendenti come misura di sostegno alle famiglie e ai lavoratori.
Sono state previste tutte le azioni che hanno allargato la platea dei possibili smart worker della Toscana sud est.
L’ultima rilevazione effettuata dalla Direzione ha fatto registrare quasi il 60% dei dipendenti del comparto che ha avuto autorizzata dal proprio dirigente responsabile di struttura la possibilità di lavorare da casa.
Da questa misura è escluso, per ovvie ragioni, il personale dei servizi sanitari di cura e socio assistenziali con contatti con i pazienti e gli assistiti.
Non possono accedere allo smart working anche i dipendenti che, nella propria sede, utilizzano strumentazioni non utilizzabili da remoto.
«La parola chiave afferma il Direttore Generale Antonio D’Urso è fare comunità ed adottare tutte le precauzioni personali e professionali per ridurre al massimo i rischi connessi alla diffusione del contagio per riportaci, tutti al più presto, alla vita normale».
Per far questo l’Azienda Usl Toscana sud est ha messo mano all’intera organizzazione ospedaliera e territoriale.
Nell’Ospedale l’obiettivo è quello di essere al massimo sicuri, per quello sono ridotti gli accessi, per questo è stata ridotta l’attività chirurgica non oncologica e non di classe A.
Per avere il minor numero di persone in ospedale.
Per lo stesso motivo vi sono i meccanismi di pre triage ed i check point.
C’è anche altro:
Vi saranno, in considerazione del nuovo quadro epidemiologico, ospedali destinati alla presa in carico di pazienti COVID Positivi: Arezzo Montevarchi Grosseto Poggibonsi, i pazienti saranno ospitati in un’ala fisicamente separata dal resto dell’Ospedale.
“Uno dei principi di fondo che ispira la riorganizzazione ospedaliera – continua il Direttore D’Urso -è separare, separare, separare, per evitare contaminazioni tra i percorsi”.
Per i pazienti COVID saranno a disposizione posti letto di degenza ordinaria e di terapia intensiva, tra l’altro, questi ultimi, molto rafforzati.
Parliamo di circa 360 posti letto, di cui una parte intensivi, almeno il 10 %.
“Da una parte, quindi, migliori cure alle persone covid positive, ma anche cure adeguate garantite ai nostri pazienti oncologici, pneumologici, oncologici”.
La stessa ringegnerizzazione interessa il territorio, dove, nelle loro abitazioni, restano molti pazienti affetti da Coronavirus, adottando le precauzioni indicate dall’igiene pubblica e della prevenzione.
“I pazienti pauci sintomatici restano al domicilio e sono affidati ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
Se vi fosse un aggravamento chiameranno il 118 che li porterà in ospedale dove saranno seguiti e protetti.
I medici di famiglia operano nel territorio accanto ai professionisti dell’Igiene pubblica, agli infermieri ai medici di comunità che garantiscono, tra l’altro, tutta l’attività di tamponi a domicilio, che oggi interessa circa 100 pazienti al giorno.
“Questo ci ha permesso di individuare precocemente pazienti con coronavirus e di attivare misure di isolamento e quindi di prevenzione della diffusione del contagio.
Voglio ricordare che siamo una delle Aziende che ha fatto più attenzione negli isolamenti e nella gestione dei contatti stretti”.
Le nuove misure per contenere il contagio; come cambiano i servizi al cittadinoPer la parte ospedaliera
Per il contrasto all’epidemia del Coronavirus, nei 13 gli ospedali della Rete dell’Azienda Usl Toscana Sud Est la Delibera ha previsto le seguenti modifiche organizzative:
i check point agli ingressi degli ospedali rimangono attivi dalle ore 7 alle ore 20, mentre dalle 20 fino alle ore 7 saranno chiusi gli accessi principali;
all’interno dei check point è vietato l’accesso a tutti i visitatori e pazienti ambulatoriali che presentano sintomi simil influenzali (rinite, tosse, rialzo febbrile, difficoltà respiratoria).
I pazienti con sintomatologia simil influenzale sono indirizzati presso il pre-triage, anche quando il quadro epidemiologico non sia correlabile con la definizione di caso sospetto;
non è più possibile accedere al pronto soccorso in ognuno dei tredici ospedali aziendali.
L’unico accesso è quello al pre-triage.
Tutti gli accessi secondari ai Pronto Soccorso sono stati chiusi;
è sospesa, fino a data da destinarsi, tutta l’attività chirurgica elettiva (interventi programmati) ad esclusione dell’attività oncologica in classe A e l’emergenza/urgenza.
Queste misure sono prese al fine di consentire la riduzione delle presenze nelle strutture ospedaliere e la disponibilità dei letti di degenza e di area critica;
è sospesa anche l’attività chirurgica elettiva in libera professione;
sono inoltre sospese le visite ambulatoriali programmate, anche chirurgiche, sia in regime istituzionale sia libero professionale e le prestazioni diagnostiche;
l’attività ambulatoriale programmata individuata come indispensabile dallo specialista di riferimento è mantenuta;
per le attività che non sono state sospese, l’accesso è frazionato e attuato con il corretto utilizzo delle sale di attesa che consenta il mantenimento delle corrette distanze di sicurezza;
i referti ambulatoriali, radiologici e di laboratorio vengono inviati al domicilio del paziente, al fine di limitare gli accessi agli ospedali;
l’attività ambulatoriale pediatrica, data la peculiarità dell’utenza, è mantenuta, comunque secondo valutazione dello specialista, limitando l’accesso.
Per la parte territoriale e delle Zone Distretto:In ogni distretto territoriale sono state predisposte le azioni per l’installazione, così com’è stato per gli ospedali, di punti di check point che serviranno a limitare l’accesso a soggetti che potrebbero avere sintomi influenzali (rinite, tosse, rialzo febbrile, difficoltà respiratoria) contemporaneamente a modalità di accesso dilazionato per impedire il sovraffollamento.
È stata avviata la riprogrammazione dell’attività ambulatoriale specialistica programmata in rispetto alle norme di sicurezza.
Saranno garantite le prestazioni urgenti (U) e brevi (B, da erogare entro 10 giorni), sulla base delle valutazioni del medico prescrittore.
Non è più possibile l’accesso diretto per i prelievi ematici.
Garantiti quelli urgenti e non differibili che saranno eseguiti solo nei presidi sul territorio e non più ai punti prelievi degli ospedali.
Continueranno ad essere garantiti tutti i prelievi domiciliari
Le altre attività sanitarie erogate a livello territoriale (riabilitazione, medicina legale, consultorio, salute mentale, dipendenze, etc…) e l’attività infermieristica ambulatoriale, saranno effettuate solo se inderogabile, nel rispetto delle regole di sicurezza.
Modalità organizzativa diversa anche per le attività di sanità d’iniziativa e per le strutture di cure intermedie residenziali che sono all’interno degli ospedali della rete aziendale (ospedale di Comunità, Hospice, Mo.di.ca, Riabilitazione ex art. 26, ecc.): i pazienti in carico, affetti cioè da patologie croniche e quindi considerati “fragili” e maggiormente esposti alle conseguenze negative dell’infezione del Covid – 19, avranno a disposizione personale infermieristico per attività di counseling e interviste telefoniche per la verifica e il monitoraggio della situazione.Tutti i servizi d’assistenza domiciliare saranno garantiti con le modalità consuete.
Anche gli screening oncologici e le vaccinazioni saranno garantiti ma riorganizzati con modalità di accesso frazionato.
Le mammografie e tutte le attività di secondo livello (approfondimenti senologici, colonscopie e colposcopie) saranno effettuate, garantendo le prestazioni solo in alcuni dei 13 presidi aziendali e con percorsi separati dalle altre attività.
Per il momento saranno garantite soltanto le prestazioni di vaccinazione relative a: 1° dosi pediatriche fino al 13° mese in calendario; vaccinazioni Adulti soltanto per le categorie a rischio.
Le vaccinazioni adulti, quelle della medicina del viaggiatore ed il counseling nutrizionale per il momento sono sospese,insieme a tutte le attività dei servizi di medicina legale, ad eccezione dell’attività necroscopica e di quella delle Commissione patenti ma solo per gli utenti che certificheranno l’uso dell’automezzo a fine lavorativo o per raggiungere il posto di lavoro e comunque sempre in attesa delle determinazioni della Motorizzazione Civile o del Ministero dei Trasporti per eventuale proroga delle scadenze.
Per le eventuali specifiche esigenze dell’utenza e per le urgenze, le medicine legali saranno a disposizione telefonicamente dal lunedì al venerdì 9.30-12 e nei giorni di martedì e giovedì anche dalle 15-17.Smart working: Anche la Asl cerca di tutelare più dipendenti possibile dal contagio del coronavirus
Alla AUSL sud est il 60% dei dipendenti del comparto lavora da casa.
Si chiama smart working in inglese, si traduce con “lavoro agile” in italiano. È una delle disposizioni suggerite in questo momento per alleggerire il carico della presenza fisica negli uffici, per evitare assemblamenti in luoghi dove potrebbe diffondersi il virus Covid-19.
È di pochi giorni fa la delibera n. 293 firmata dalla Direzione dell’Azienda USL Toscana sud est che autorizza, in via transitoria e per la durata dello stato di emergenza, il ricorso al lavoro agile per i dipendenti come misura di sostegno alle famiglie e ai lavoratori.
Sono state previste tutte le azioni che hanno allargato la platea dei possibili smart worker della Toscana sud est.
L’ultima rilevazione effettuata dalla Direzione ha fatto registrare quasi il 60% dei dipendenti del comparto che ha avuto autorizzata dal proprio dirigente responsabile di struttura la possibilità di lavorare da casa.
Da questa misura è escluso, per ovvie ragioni, il personale dei servizi sanitari di cura e socio assistenziali con contatti con i pazienti e gli assistiti.
Non possono accedere allo smart working anche i dipendenti che, nella propria sede, utilizzano strumentazioni non utilizzabili da remoto.
I casi positivi nel comune di Arezzo, aumentano da 14 a 17.
Le persone in quarantena sono salite a 416.
Il sindaco Ghinelli ha disposto un trattamento sanitario obbligatorio, verso un uomo che nonostante i sintomi non aveva intenzione di sottoporsi al tampone.
L’uomo già grave da mettere in pericolo la propria salute, inaccettabile farlo nei confronti degli altri.