Coronavirus: Agazzi, negativi 20 test, anche per la Rsa di Bucine. Asl: è guarito il dottor Morando Grechi

Virus, casi positivi in calo, sei nuovi casi certificati dalla Asl, nessuno ad Arezzo, chiuso il reparto di Medicina di Bibbiena

I casi accertati alla mezzanotte sono due in Valtiberina: 29 e 57 anni, due in Valdarno: 45 e 65 anni e due in Casentino: 72 e 73 anni, questi ultimi due sono entrambi in ospedale a malattie infettive.
Preoccupazioneper il 73enne trovato positivo all’ospedale di Bibbiena, l’uomo, era ricoverato a Bibbiena per la riabilitazione, al momento delle dimissioni ospedaliere e’ stato sottoposto, come previsto, a tampone ed e’ risultato positivo (asintomatico).
L’azienda sta attivando tutte le procedure per la messa in sicurezza di operatori, visitatori e pazienti.
Il reparto di Medicina di Bibbiena è stato chiuso ai visitatori e sarà sanificato.
Oggi sono stati fatti i tamponi ai 15 pazienti del reparto.
Ad una cinquantina di operatori sarà sottoposto il questionario da parte del medico competente per le opportune valutazioni dell’esposizione al rischio.
La Medicina del Territorio sta intervistando anche gli altri contatti dei ricoverati per agire secondo le procedure.
Preoccupazioneper il 73enne trovato positivo all’ospedale di Bibbiena, l’uomo, era ricoverato a Bibbiena per la riabilitazione, al momento delle dimissioni ospedaliere e’ stato sottoposto, come previsto, a tampone ed e’ risultato positivo (asintomatico).
L’azienda sta attivando tutte le procedure per la messa in sicurezza di operatori, visitatori e pazienti.
Il reparto di Medicina di Bibbiena è stato chiuso ai visitatori e sarà sanificato.
Oggi sono stati fatti i tamponi ai 15 pazienti del reparto.
Ad una cinquantina di operatori sarà sottoposto il questionario da parte del medico competente per le opportune valutazioni dell’esposizione al rischio.
La Medicina del Territorio sta intervistando anche gli altri contatti dei ricoverati per agire secondo le procedure.
Coronavirus: affidati ad una parente i bambini di Montevarchi senza papà e con la mamma ricoverata al San Donato di Arezzo

A seguito della notizia, dei due bambine rimaste sole in casa da giorni, in isolamento sanitario per coronavirus, dopo che la nonna, 80enne, è morta giovedì scorso nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Arezzo, e sempre nello stesso ospedale è ricoverata anche la madre, un’operatrice sanitaria.
Dal sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, arriva una buona notizia (link al video) le bimbe rimaste sole per il Coronavirus sono state accolte da una parente in attesa della guarigione della mamma.
Intanto la Asl lo conferma e annuncia che la madre sta meglio e conta di tornare a breve al domicilio e che ringrazia tutta la comunità di Montevarchi e scrive “la solidarietà è uno dei buoni risvolti del COV-19”.
Il trasferimento dei bimbi è già avvenuto in mattinata.
Dal sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, arriva una buona notizia (link al video) le bimbe rimaste sole per il Coronavirus sono state accolte da una parente in attesa della guarigione della mamma.
Intanto la Asl lo conferma e annuncia che la madre sta meglio e conta di tornare a breve al domicilio e che ringrazia tutta la comunità di Montevarchi e scrive “la solidarietà è uno dei buoni risvolti del COV-19”.
Il trasferimento dei bimbi è già avvenuto in mattinata.
Supermercati, domani è ancora sciopero: ma Esselunga e Pam sono aperti fino alle 15
Chiusura di Conad e Gala, la Coop allunga le chiusure domenicali fino a dopo Pasqua.
La Coop, annuncia che lo stop domenicale arriverà anche per il 3 aprile e poi la domenica di Pasqua.
E allo stesso modo chiuderanno come domenica scorsa i punti Gala e le Conad.
Rimangono le aperture mattutine di Esselunga e delle Pam.
Lo sciopero è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil.
La Coop, annuncia che lo stop domenicale arriverà anche per il 3 aprile e poi la domenica di Pasqua.
E allo stesso modo chiuderanno come domenica scorsa i punti Gala e le Conad.
Rimangono le aperture mattutine di Esselunga e delle Pam.
Lo sciopero è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil.
Ortopedia al San Giuseppe, pronta l’equipe del direttore Redi

Lunedì parte l’attività nelle sale messe a disposizione dalla struttura privata
Da lunedì prossimo, l’Ortopedia del San Donato si trasferisce al San Giuseppe Hospital.
L’equipe medica guidata dal direttore Roberto Redi inizierà quindi ad operare nelle sale messe a disposizione dalla struttura, per consentire all’ospedale di Arezzo di dedicare tutte le forze e gli spazi all’emergenza Coronavirus“Il nostro personale continuerà l’attività grazie al San Giuseppe, che ci mette a disposizione tre sale operatorie, gli anestesisti e il personale di sala – spiega il direttore generale D’Urso – I nostri medici sono pronti e lavoreranno in stretta sinergia con il dr. Caldora e la sua equipe, in particolare per la parte dell’oncologia.
Da lunedì si parte con questo nuovo percorso che può rappresentare un’esperienza importante e di crescita per tutti noi.
Sicuramente, è il simbolo di una sinergia tra pubblico e privato nell’interesse del cittadino e della sua salute. Ringrazio il dr. Rosati, direttore generale del San Giuseppe, per la disponibilità”.
Da lunedì prossimo, l’Ortopedia del San Donato si trasferisce al San Giuseppe Hospital.
L’equipe medica guidata dal direttore Roberto Redi inizierà quindi ad operare nelle sale messe a disposizione dalla struttura, per consentire all’ospedale di Arezzo di dedicare tutte le forze e gli spazi all’emergenza Coronavirus“Il nostro personale continuerà l’attività grazie al San Giuseppe, che ci mette a disposizione tre sale operatorie, gli anestesisti e il personale di sala – spiega il direttore generale D’Urso – I nostri medici sono pronti e lavoreranno in stretta sinergia con il dr. Caldora e la sua equipe, in particolare per la parte dell’oncologia.
Da lunedì si parte con questo nuovo percorso che può rappresentare un’esperienza importante e di crescita per tutti noi.
Sicuramente, è il simbolo di una sinergia tra pubblico e privato nell’interesse del cittadino e della sua salute. Ringrazio il dr. Rosati, direttore generale del San Giuseppe, per la disponibilità”.
Coronavirus, l’anziana morta era la madre del medico accusato dal sindaco di Cortona, risponde l’Ordine dei Medici

La persona nel mirino di Meoni è una dottoressa con ruoli importanti di responsabilità all’Asl.
Ad oggi la positività del medico non è stata ancora accertata.
Il medico aveva un familiare positivo, la mamma di 89 anni, purtroppo morta giovedì scorso nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo dove era stata ricoverata.
Il sindaco di Cortona Luciano Meoni, in un video Facebook che lo riprende con la mascherina al volante della sua auto, sulla base delle informazioni che aveva in suo possesso, accusa il medico chiedendo un’indagine interna alla stessa Asl per procedere contro questa professionista sanitaria della quale era arrivato addirittura a invocare la sua “radiazione”.
La Asl spiegando di avere immediatamente svolto un’accurata indagine interna dalla quale non sono però emerse irregolarità nel comportamento tenuto dalla dottoressa.
Anche l’ordine dei medici risponde: il sindaco passi dai canali ufficiali prima di lanciarsi in attacchi che alla luce dei fatti si rivelano non veritieri.
Ecco il testo:
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Arezzo esprime amarezza e sconcerto per le dichiarazioni postate su un social media dal Sindaco di Cortona, Luciano Meoni, che ha accusato un Medico della Val di Chiana di non aver rispettato i protocolli intesi a contenere la diffusione della infezione da coronavirus.Tale affermazione, come verificato dall’Azienda USL Toscana Sud Est, è risultata priva di qualunque fondamento.L’Ordine dei Medici rileva con sconcerto e amarezza come il Sindaco, per legge dello Stato responsabile della sanità pubblica, nella drammatica contingenza attuale, abbia preferito formulare pubblicamente accuse gratuite fondate solo su illazioni rivelatesi poi non veritiere, piuttosto che perseguire l’accertamento della verità attraverso gli appropriati canali ufficiali.Solo quest’ultima modalità, infatti, avrebbe consentito la corretta tutela della salute pubblica.Al contrario, il Primo Cittadino di Cortona ha inutilmente creato allarme nella cittadinanza con affermazioni diffamatorie e fuorvianti a detrimento di un professionista e di una intera categoria.
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Arezzo ancora una volta sottolinea la professionalità, la competenza, l’abnegazione e la passione con la quale tutti i Colleghi quotidianamente si prodigano fino all’inverosimile, in ospedale come nel territorio, per curare i malati e contrastare i devastanti effetti della pandemia da coronavirus.L’Ordine esige da tutti il massimo rispetto non solo per questi Colleghi, ma anche e soprattutto per quelli che sono stati mandati allo sbaraglio senza Dispositivi di Protezione Individuale e senza programmazione strategica alcuna, ed hanno perso la vita mentre si dedicavano al loro lavoro.
Ad oggi la positività del medico non è stata ancora accertata.
Il medico aveva un familiare positivo, la mamma di 89 anni, purtroppo morta giovedì scorso nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo dove era stata ricoverata.
Il sindaco di Cortona Luciano Meoni, in un video Facebook che lo riprende con la mascherina al volante della sua auto, sulla base delle informazioni che aveva in suo possesso, accusa il medico chiedendo un’indagine interna alla stessa Asl per procedere contro questa professionista sanitaria della quale era arrivato addirittura a invocare la sua “radiazione”.
La Asl spiegando di avere immediatamente svolto un’accurata indagine interna dalla quale non sono però emerse irregolarità nel comportamento tenuto dalla dottoressa.
Anche l’ordine dei medici risponde: il sindaco passi dai canali ufficiali prima di lanciarsi in attacchi che alla luce dei fatti si rivelano non veritieri.
Ecco il testo:
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Arezzo esprime amarezza e sconcerto per le dichiarazioni postate su un social media dal Sindaco di Cortona, Luciano Meoni, che ha accusato un Medico della Val di Chiana di non aver rispettato i protocolli intesi a contenere la diffusione della infezione da coronavirus.Tale affermazione, come verificato dall’Azienda USL Toscana Sud Est, è risultata priva di qualunque fondamento.L’Ordine dei Medici rileva con sconcerto e amarezza come il Sindaco, per legge dello Stato responsabile della sanità pubblica, nella drammatica contingenza attuale, abbia preferito formulare pubblicamente accuse gratuite fondate solo su illazioni rivelatesi poi non veritiere, piuttosto che perseguire l’accertamento della verità attraverso gli appropriati canali ufficiali.Solo quest’ultima modalità, infatti, avrebbe consentito la corretta tutela della salute pubblica.Al contrario, il Primo Cittadino di Cortona ha inutilmente creato allarme nella cittadinanza con affermazioni diffamatorie e fuorvianti a detrimento di un professionista e di una intera categoria.
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Arezzo ancora una volta sottolinea la professionalità, la competenza, l’abnegazione e la passione con la quale tutti i Colleghi quotidianamente si prodigano fino all’inverosimile, in ospedale come nel territorio, per curare i malati e contrastare i devastanti effetti della pandemia da coronavirus.L’Ordine esige da tutti il massimo rispetto non solo per questi Colleghi, ma anche e soprattutto per quelli che sono stati mandati allo sbaraglio senza Dispositivi di Protezione Individuale e senza programmazione strategica alcuna, ed hanno perso la vita mentre si dedicavano al loro lavoro.
Coronavirus, controlli e denunce: elevati altri 23 verbali

In provincia di Arezzo nella giornata di ieri, 27 marzo sono stati 23 i verbali elevati dalle pattuglie impegnate nei controlli. I soggettti controllati sono stati 856. Gli esercizi 510.
Ieri si è tenuto un vertice in Prefettura a seguito del quale è stato diffuso il seguente comunicato:
“Dal 26 marzo, la circolazione delle persone non giustificata dalle ragioni individuate dalle disposizioni vigenti comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza per i trasferimenti in comune diverso, situazione di necessità per gli spostamenti all’interno dello stesso comune o che rivestono carattere di quotidianità o che, comunque, sono effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere, motivi di salute non costituisce più reato, ma è punita con il pagamento di una sanzione pecuniaria amministrativa da Euro 400 a 3000.La norma consente al trasgressore di pagare in misura ridotta l’importo minimo di Euro 400. Se detto pagamento avviene entro 30 giorni dalla contestazione, è riconosciuto il beneficio del pagamento scontato del 30%, pari a Euro 280.Se il mancato rispetto delle misure sugli spostamenti, avviene mediante l’utilizzazione di un veicolo (sia per il conducente sia per il passeggero), le sanzioni sono aumentate fino a un terzo, e cioè fino ad Euro 533.
In caso di recidiva dei comportamenti illeciti, la somma pecuniaria viene raddoppiata.Nel caso in cui il trasgressore decida di non procedere al pagamento in misura ridotta, ha facoltà di inviare al Prefetto scritti difensivi a sostegno delle proprie ragioni.La Prefettura, esaminati gli scritti difensivi ed il rapporto dell’organo di polizia, se valuta l’accertamento della violazione fondato, applica la sanzione pecuniaria individuata fra la misura minima e quella massima, tenendo conto della gravità della condotta ovvero in caso diverso disporrà l’archiviazione del procedimento.Si evidenzia che la violazione del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena, perché risultate positive al virus, è punita con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da 500 a 5mila euro.Per quanto riguarda le 695 persone che, nel periodo 11-25 marzo, sono state denunciate per l’ipotesi di reato di cui all’art. 650 c.p., perché trovate a circolare in questo territorio senza valido motivo, la loro posizione verrà archiviata dall’autorità giudiziaria, con la successiva trasmissione degli atti alla Prefettura.A costoro verrà comunque notificata la contestazione dell’illecito amministrativo con l’invito a pagare la sanzione pecuniaria di Euro 200.Con riferimento alle varie attività che sono state sospese per effetto dei provvedimenti presidenziali vigenti (spettacoli, giochi, eventi, attività commerciali ecc..), in caso di violazione delle misure viene applicata la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.Inoltre, al fine di evitare la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’organo di polizia può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio fino a 5 giorni. Tale periodo verrà poi detratto dalla corrispondente sanzione di chiusura definitivamente applicata dalla Prefettura.La sanzione accessoria della chiusura viene applicata nella misura massima in caso di reiterata violazione.”
Ieri si è tenuto un vertice in Prefettura a seguito del quale è stato diffuso il seguente comunicato:
“Dal 26 marzo, la circolazione delle persone non giustificata dalle ragioni individuate dalle disposizioni vigenti comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza per i trasferimenti in comune diverso, situazione di necessità per gli spostamenti all’interno dello stesso comune o che rivestono carattere di quotidianità o che, comunque, sono effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere, motivi di salute non costituisce più reato, ma è punita con il pagamento di una sanzione pecuniaria amministrativa da Euro 400 a 3000.La norma consente al trasgressore di pagare in misura ridotta l’importo minimo di Euro 400. Se detto pagamento avviene entro 30 giorni dalla contestazione, è riconosciuto il beneficio del pagamento scontato del 30%, pari a Euro 280.Se il mancato rispetto delle misure sugli spostamenti, avviene mediante l’utilizzazione di un veicolo (sia per il conducente sia per il passeggero), le sanzioni sono aumentate fino a un terzo, e cioè fino ad Euro 533.
In caso di recidiva dei comportamenti illeciti, la somma pecuniaria viene raddoppiata.Nel caso in cui il trasgressore decida di non procedere al pagamento in misura ridotta, ha facoltà di inviare al Prefetto scritti difensivi a sostegno delle proprie ragioni.La Prefettura, esaminati gli scritti difensivi ed il rapporto dell’organo di polizia, se valuta l’accertamento della violazione fondato, applica la sanzione pecuniaria individuata fra la misura minima e quella massima, tenendo conto della gravità della condotta ovvero in caso diverso disporrà l’archiviazione del procedimento.Si evidenzia che la violazione del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena, perché risultate positive al virus, è punita con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da 500 a 5mila euro.Per quanto riguarda le 695 persone che, nel periodo 11-25 marzo, sono state denunciate per l’ipotesi di reato di cui all’art. 650 c.p., perché trovate a circolare in questo territorio senza valido motivo, la loro posizione verrà archiviata dall’autorità giudiziaria, con la successiva trasmissione degli atti alla Prefettura.A costoro verrà comunque notificata la contestazione dell’illecito amministrativo con l’invito a pagare la sanzione pecuniaria di Euro 200.Con riferimento alle varie attività che sono state sospese per effetto dei provvedimenti presidenziali vigenti (spettacoli, giochi, eventi, attività commerciali ecc..), in caso di violazione delle misure viene applicata la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.Inoltre, al fine di evitare la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’organo di polizia può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio fino a 5 giorni. Tale periodo verrà poi detratto dalla corrispondente sanzione di chiusura definitivamente applicata dalla Prefettura.La sanzione accessoria della chiusura viene applicata nella misura massima in caso di reiterata violazione.”
Dichiarazione del capogruppo Pd Comune di Arezzo, Luciano Ralli

Ralli: “Rischio grave di un’epidemia economica.
Pensare subito alle famiglie e alle imprese con scelte coraggiose”
Lo dico da medico e da cittadino, prima che da politico: le persone le stiamo già curando, dobbiamo iniziare però a curare anche l’economia aretina, che deve essere messa subito in terapia intensiva.Alla preoccupazione per la salute si sta progressivamente sommando quella per il lavoro e quindi per il passaggio da un’emergenza all’altra. E come per il Covid 19, non ci saranno zone immuni. Tutti sono coinvolti: commercianti, artigiani, industriali, liberi professionisti, operai e commessi. Senza dimenticare che chi era in attesa di un lavoro, dovrà allungare i tempi per trovarne uno.
Servono poche scelte coraggiose e fatte subito: è sufficiente leggere le dichiarazioni delle categorie economiche e dei sindacati.Non possiamo attendere la fine dell’emergenza per trovare soluzioni ai problemi che già si stanno manifestando. Il problema più urgente sarà quello della liquidità.
La sospensione del lavoro si traduce in un blocco delle entrate, ma non delle uscite.
Il Comune dovrebbe quindi mettere in campo subito 5 iniziative:
1) sospendere immediatamente i pagamenti di tasse e imposte comunali;
2) non limitarsi al semplice rinvio, ma “spalmare” quanto dovuto in più rate per un tempo adeguato;
3) chiedere alle aziende dove i comuni sono soci, e quindi in primo luogo Nuove Acque ed Estra, di adottare lo stesso comportamento;
4) discutere con Camera di Commercio, categorie economiche e sistema bancario di uno stop al pagamento dei mutui, con un intervento di sostegno di natura pubblica perlomeno per la quota interessi;
5) promuovere la riconversione produttiva delle aziende tessili disponibili per produrre mascherine: le nostre aziende hanno capacità e professionalità, ma è necessario un protocollo di produzione e validazione da parte di Usl e Regione.Analoga riflessione deve essere fatta per le imprese che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione. Se si attendono i pagamenti Inps, i lavoratori rischiano di rimanere alcuni mesi senza stipendio.
Le imprese non sono certo nella condizione, in questi giorni, di anticipare la cassa e per garantire il reddito ai lavoratori, diventa necessaria la garanzia di liquidità da parte o delle banche o di un apposito fondo. Ricordo che la Regione Toscana ha appena annunciato che potrà contare su quasi 250 milioni per la cassa integrazione in deroga. La Regione inoltre, per anticiparla, utilizzerà un vecchio fondo ad hoc.
Queste ed altre proposte formulate in queste ore dalle categorie economiche devono essere discusse subito e non tra qualche settimana.Il Comune potrebbe fare ciò che nessun altro, oggi, può fare: creare le condizioni, anche partendo dai decreti governativi affinché l’economia aretina subisca i minori danni possibili e si creino le condizioni perché a fine emergenza si sia pronti a rimettere in moto un nuovo modello della “macchina” economica di Arezzo.
Rinnovo, quindi l’invito che ho già espresso al Sindaco e che il vice Presidente del Consiglio comunale, Alessandro Caneschi, ha ribadito: mentre in ospedale e sul territorio si lavora per contenere la diffusione del coronavirus, in Comune si provi a mettere insieme, ovviamente in video conferenza, i soggetti economici per contenere i danni che sta già subendo il nostro sistema produttivo e commerciale.
Pensare subito alle famiglie e alle imprese con scelte coraggiose”
Lo dico da medico e da cittadino, prima che da politico: le persone le stiamo già curando, dobbiamo iniziare però a curare anche l’economia aretina, che deve essere messa subito in terapia intensiva.Alla preoccupazione per la salute si sta progressivamente sommando quella per il lavoro e quindi per il passaggio da un’emergenza all’altra. E come per il Covid 19, non ci saranno zone immuni. Tutti sono coinvolti: commercianti, artigiani, industriali, liberi professionisti, operai e commessi. Senza dimenticare che chi era in attesa di un lavoro, dovrà allungare i tempi per trovarne uno.
Servono poche scelte coraggiose e fatte subito: è sufficiente leggere le dichiarazioni delle categorie economiche e dei sindacati.Non possiamo attendere la fine dell’emergenza per trovare soluzioni ai problemi che già si stanno manifestando. Il problema più urgente sarà quello della liquidità.
La sospensione del lavoro si traduce in un blocco delle entrate, ma non delle uscite.
Il Comune dovrebbe quindi mettere in campo subito 5 iniziative:
1) sospendere immediatamente i pagamenti di tasse e imposte comunali;
2) non limitarsi al semplice rinvio, ma “spalmare” quanto dovuto in più rate per un tempo adeguato;
3) chiedere alle aziende dove i comuni sono soci, e quindi in primo luogo Nuove Acque ed Estra, di adottare lo stesso comportamento;
4) discutere con Camera di Commercio, categorie economiche e sistema bancario di uno stop al pagamento dei mutui, con un intervento di sostegno di natura pubblica perlomeno per la quota interessi;
5) promuovere la riconversione produttiva delle aziende tessili disponibili per produrre mascherine: le nostre aziende hanno capacità e professionalità, ma è necessario un protocollo di produzione e validazione da parte di Usl e Regione.Analoga riflessione deve essere fatta per le imprese che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione. Se si attendono i pagamenti Inps, i lavoratori rischiano di rimanere alcuni mesi senza stipendio.
Le imprese non sono certo nella condizione, in questi giorni, di anticipare la cassa e per garantire il reddito ai lavoratori, diventa necessaria la garanzia di liquidità da parte o delle banche o di un apposito fondo. Ricordo che la Regione Toscana ha appena annunciato che potrà contare su quasi 250 milioni per la cassa integrazione in deroga. La Regione inoltre, per anticiparla, utilizzerà un vecchio fondo ad hoc.
Queste ed altre proposte formulate in queste ore dalle categorie economiche devono essere discusse subito e non tra qualche settimana.Il Comune potrebbe fare ciò che nessun altro, oggi, può fare: creare le condizioni, anche partendo dai decreti governativi affinché l’economia aretina subisca i minori danni possibili e si creino le condizioni perché a fine emergenza si sia pronti a rimettere in moto un nuovo modello della “macchina” economica di Arezzo.
Rinnovo, quindi l’invito che ho già espresso al Sindaco e che il vice Presidente del Consiglio comunale, Alessandro Caneschi, ha ribadito: mentre in ospedale e sul territorio si lavora per contenere la diffusione del coronavirus, in Comune si provi a mettere insieme, ovviamente in video conferenza, i soggetti economici per contenere i danni che sta già subendo il nostro sistema produttivo e commerciale.
Per tutti è stata disposta la quarantena: o a casa o in un istituto.
Alcuni sono rimasti, ma la maggioranza è uscita per tornare a casa..
Mancano ancora i test sui dipendenti, l’istituto ne ha oltre 250.
Sulla situazione della Rsa di Bucine, al momento risultano tutti negativi i tamponi fatti al primo piano della struttura, il contagio sembra circoscritto al piano terra.
Nella notte due anziani dei 23 degenti sono peggiorati lamentando insufficienze respiratorie.
Intanto una buona notizia, è stato dichiarato ufficialmente guarito il dottor Morando Grechi dell’AUSL Toscana sud est.
Morando Grechi è il direttore del Dipartimento di diagnostica per immagini e medicina di laboratorio della AUSL Toscana sud est, uno dei professionisti sanitari risultati positivi al tampone per il coronavirus.Da lunedì tornerà in reparto per poter dare il proprio apporto in questo momento delicato.
“Ho fatto il tampone il 12 marzo su indicazione della Direzione ospedaliera” racconta il dottor Grechi “Ero stato a contatto diretto con un caso poi risultato positivo al Covid e l’Azienda stessa si è preoccupata di farmi fare tutti gli approfondimenti del caso per evitare che il virus si potesse diffondere”.
Racconta l’esperienza diretta della quarantena, di quanto gli effetti del virus lo abbiano sí condizionato, ma non tanto da non consentirgli di lavorare anche dall’isolamento “Non ho avuto febbre, ne insufficienza respiratoria.
I sintomi che mi hanno accompagnato in queste settimane sono stati la rinite e il mal di gola, nella fase più acuta molta spossatezza, astenia e dolori al petto” continua “ho partecipato alle videoconferenze ed ho continuato a seguire il lavoro del Dipartimento tramite il telefono e le chat, pur restando in isolamento”.Lunedì prossimo, dopo la doppia conferma della negatività al Covid-19, tornerà ufficialmente in reparto.
“Ho potuto verificare direttamente, mio malgrado dal punto di vista del paziente, quanto il sistema aziendale di tutela, prevenzione e contenimento da coronavirus funzioni” continua il dottor Grechi “Sono testimone diretto del servizio eccellente che svolge l’AUSL e in particolare i colleghi dell’Igiene pubblica.
Sono stati veloci nel ricostruire la catena epidemiologica e rapidi a disporre l’isolamento mio e dei miei contatti più stretti.
Hanno monitorato quotidianamente le mie condizioni cliniche, con due telefonate al giorno, fino alla mia completa remissione”.