Sembra strano, ma in questi tempi quel famoso pelo, non tira (o meglio non può tirare) come ai bei tempi.
In crisi di astinenza , e anche tanta, i numerosissimi puttanieri aretini, forzatamente chiusi in casa, non possono abbeverarsi a certe fonti.
Si narra, da racconti e leggende metropolitane, che costoro schiumano come cani rabbiosi, e anche al Torrino le strade e le frasche sono deserte.
In alcune città le escort cinesi stanno facendo il 50% di sconto, ammesso e non concesso che il cliente non venga fermato dalle forze dell’ordine, e sull’autocertificazione certo non può scrivere “andavo a puttane perché c’è il paghi 1 e prendi 2”.
In compenso però, circa il 10 % di 120mila escort in Italia (fonte: portale Escort Advisor.) ha fatto richiesta del bonus di 600 euro all’Inps, perché “danneggiati sul lavoro”.
Come è possibile ?
La prostituzione, in via generale, è un’attività legale, ma non regolamentata.
Risulta che le escort dovrebbero versare l’Iva e l’Irpef; infatti una sentenza della sezione tributaria della Corte di Cassazione del 2016 ha chiarito che i proventi dell’attività di prostituzione non devono essere qualificati quali «redditi di impresa», ma come «redditi diversi derivanti dall’attività di lavoro autonomo non esercitata abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare».
Quindi come andrà a finire ?
In attesa di dati più certi, ci affidiamo al “self control” dei puttanieri, che speriamo imparino a fare manutenzione al famoso carro che, almeno lui, si può muovere.